Il tunnel ferroviario di base e ad alta velocità del Saint-Gothard aprirà, essendo realisti, non prima del 2018 ma in queste ore - con grande risonanza internazionale - cadrà l'ultimo diaframma a quindici anni di distanza dalla decisione politica definitiva per la sua costruzione. Con i suoi 57 chilometri di lunghezza sarà questo il traforo ferroviario bitubo più lungo del mondo (e direi anche più caro, avvicinandosi ai sei miliardi e mezzo di euro di costo) e rientra nel progetto svizzero noto come «nouvelles lignes ferroviaires à travers les Alpes» (NLFA). Ho visitato due volte il cantiere e vi assicuro che le condizioni di scavo somigliavano ad una versione moderna dell'inferno dantesco! Questo tunnel servirà, nelle intenzioni, a spostare una grande quantità di merci che oggi viaggiano sui Tir verso il trasporto ferroviario, anche se gli svizzeri - che con quest'opera hanno posto una forte centralità nel ruolo del trasporto merci - attendono con angoscia che questo traforo, connesso con il già aperto tunnel di base del Lötschberg, abbia le necessarie connessioni con i sistemi ferroviari italiano e tedesco, altrimenti potrebbe rischiare il flop. Certo è che gli svizzeri hanno "bruciato" tutti i competitor: il nuovo tunnel ferroviario del Brennero e la "Torino - Lione", che arrancano soprattutto per la crisi finanziaria che colpisce gli Stati e nel caso della Val di Susa per la forte opposizione di parte della popolazione locale. Eppure il treno è importante, per quanto alla fine le previsioni di aumento mostruoso del transito di camion attraverso le Alpi non siano risultate veritiere, perché bisognerà evitare che la forza della modalità di trasporto su gomma (il camion resterà comunque importante) finisca per trasformare queste nuove direttrici in trasporto di soli passeggeri se certi obblighi non saranno sanciti, ad esempio con la fiscalità. Anche la Valle d'Aosta, dove i Tir sono scesi a livelli bassi, ha interesse di tenere basso il quantitativo di camion che attraversano la Valle. In altro modo il nuovo Gottardo ferroviario si lega alla nostra Valle: credo improbabile che le autorità elvetiche possano seriamente interessarsi, per valutarne la fattibilità, al traforo ferroviario "Aosta - Martigny" prima dell'apertura all'esercizio, prevista fra otto anni, di questo nuovo tunnel.