Il ponte d'Introd venne costruito nel 1915 con l'utilizzo di pietra locale. Sostituiva i precedenti ponti in legno su un tracciato relativamente breve, trentaquattro metri di lunghezza, collegando meglio il capoluogo con il resto del Comune e con il fondovalle. La costruzione durò un anno e l'inaugurazione fu un momento di festa. E' davvero incredibile come, poco meno di cento anni dopo, il ponte, con il suo strapiombo sottostante di un'ottantina di metri, abbia assunto un significato tremendo: "il ponte dei suicidi". Penso che nessuno abbia tenuto la triste contabilità ma sono molte le persone, più o meno note e di tutte le età, che hanno scelto di gettarsi nel vuoto da quel ponte in una sorta di terribile "catena di Sant'Antonio" che ha scelto quel luogo come località prediletta per "farla finita". Esiste in Valle, purtroppo, una forte propensione al suicidio che forse non è mai stata studiata a sufficienza. Ricordo di averne parlato con il Canonico Donato Nouchy, che aveva approfondito le ragioni delle impiccagioni ad Arnad, dove era Priore, e anche nelle zone vicine, notando come il fenomeno avesse anche un carattere culturale e ci fosse stato in certi casi un calo di suicidi quando lui stesso cominciò a garantire regolare funerale religioso a chi si toglieva la vita. Ricordo che in Giunta discutemmo, qualche anno fa, di fronte ad una serie particolarmente ripetuta di suicidi al ponte d'Introd, se posizionare o no (e quest'ultima fu la scelta) delle reti che evitassero - come avvenuto nel tristemente noto ponte di Cuneo o in cima alla "Tour Eiffel" a Parigi - quello che i vecchi cronisti di nera chiamavano un "gesto malsano".