Tratterò dove dovrò farlo, in seno alla "Commissione Paritetica Stato - Valle d'Aosta", del rapido ottenimento del nuovo ordinamento finanziario della nostra Regione autonoma, così come emerso dall'intesa sul federalismo fiscale. Il fattore tempo non è banale per avere la norma d'attuazione in questo clima di turbolenza politica che sembra destinato a essere stiracchiato per settimane. Ma, senza apparire schizofrenico o portare il cervello all'ammasso, vorrei dire come per un autonomista valdostano ciò deve avvenire con due sentimenti diversi. Da una parte nella mia vita politica ho sempre fatto i conto con la logica della "realpolitik": l'autonomia speciale è il nostro quadro costituzionale e purtroppo la nostra autonomia finanziaria fa i conti con meccanismi assai diversi da quelli che ci sarebbero in un'Italia federale e parlare di "federalismo fiscale" per questa riforma in atto fa venire il voltastomaco ad un federalista. Ecco perché l'altro sentimento è che lavorare e trattare nell'attuale situazione vuol dire prendere atto degli spazi attuali ma sperando - come spinta ideale da mantenere - che forse un giorno il regionalismo italiano potrà diventare federalismo, senza il quale il "redde rationem" in Italia non tarderà molto. Sia chiaro che lo Stato centralista non si corregge con modifiche alla ripartizione fiscale e parlando di un federalismo di carta simile ad un origami.