Ieri ero convinto che la riunione della "Commissione Paritetica Stato - Valle d'Aosta" sarebbe stata una passeggiata, dopo il rinvio di una settimana fa, quando i membri di parte statale (Dario Frassy, Luigi Melica e Carmine Volpe) erano caduti dalla nuvole nel momento in cui - per mia voce - la parte regionale (Adolfo Angeletti, Renato Barbagallo e chi vi scrive) aveva chiesto, nel rispetto dell'accordo sul federalismo fiscale, che si approvasse lo schema di norma d'attuazione sul nuovo ordinamento finanziario della Regione. Ed invece la parte statale non voleva proprio sentirne parlare con motivazioni rispettabili ma speciose, volendo rinviare tutto al 13 dicembre. Tira e molla, discuti e argomenta, alla fine un compromesso: voto della Paritetica, ma trasmissione immediata solo dopo l'approvazione della legge statale di Stabilità (un tempo "Finanziaria") al Consiglio regionale per il suo parere, consentendo ad inizio anno il varo definitivo del Consiglio dei Ministri. Un compromesso di cui ho steso anche il testo da inserire nel verbale, ma resta la sgradevole impressione di una tattica ostruzionistica immotivata quando la parte statale rappresenta il Governo che l'accordo lo ha firmato, garantendo celerità, visto fra l'altro che il bilancio regionale è già stato conformato all'accordo stipulato. Il rispetto dei patti dovrebbe essere prioritario senza invocare il Diritto come dio in terra. Evidentemente c'è altro.