Bobo Pernettaz "svolta". Lascia il negozio "Brivio" ad Aosta, che con la moglie Chicca rilevò da quella personalità che fu Liliana Brivio, allargandone l'attività oltre i confini della vecchia cartolibreria, e si dedica a tempo pieno alla sua produzione artistico-artigianale. Un ritorno a Brusson, terra d'origine della famiglia, anche se lui è cresciuto a Verrès, inseguendo la sua vena artistica con quel misto di bizzarria, svagatezza che è, nella maturità, riscoperta delle proprie radici e il ritrovare una libertà un po' anarcoide che è insita nel valdostano. Se lo ricordo ragazzo, quando era scapestrato (modernamente "cazzone") e dedito al calcio professionistico, il suo sorriso contagioso ne faceva un capobanda e il tempo invece lo ha trasformato in un autodidatta curioso e onnivoro, persino vezzoso nel voler stupire con le sue conoscenze letterarie. Riversa oggi le sue esperienze, l'istinto e le diverse culture di chi è nato negli straordinari anni Cinquanta, assemblando legni "esausti" in figure stilizzate e in rilievo (tridimensionali, diremmo in epoca di "3D") sul mondo, inseguendo l'anima dello zio Geppo, il falegname che gli ha fatto scoprire il legno e le sue bellezze. In realtà ha deciso di dedicare più tempo a sé stesso ed è un segno di saggezza di fronte al tempo che fugge anche per un eterno ragazzo.