E' arrivato questa mattina alle 8 e 35 in Maternità ad Aosta, ma la cicogna non è stata avvistata, Alexis Ernest Caveri e lo presento, assieme alla mamma Mara, agli amici del blog. Il neonato gode di buona salute nel passaggio fra il ventre materno ed il nostro mondo. Come già era avvenuto per i suoi fratelli, Laurent e Eugénie e per la loro mamma Nora, ho assistito al parto, anche se, trattandosi di un cesareo, la dinamica è stata questa volta un pochino diversa per il papà spettatore. Il ginecologo, sempre lo stesso per tutti e tre, Pippo Cannizzo, mi aveva avvertito sin dalla prima volta che assistere ai parti prevede serenità in chi partecipa (con il rispetto per il VERO impegno, che è quello della mamma). Gli avevo risposto - scherzosamente! - che con mio papà veterinario avevo assistito a parti bovini assai cruenti (se ci penso rivedo il vecchio Sandro in canottiera mentre cerca di raddrizzare il vitellino con il braccio nel ventre di una mucca!) e dunque ero pronto a tutto. A parte la gioia e la commozione, com'è giusto che sia, resta l'apprensione per un bimbo che si affaccia in un pianeta pieno di problemi e preoccupazioni. Ma Alexis sa di poter contare sull'amore di chi lo circonda. Per quel che mi riguarda, Gabriel Garcia Marquez ha scritto una bella frase, che ho già vissuto nella crescita dei miei due ragazzi, sapendo di come la nascita sia come il "clic" su di un cronometro che scandisce l'esistenza. Ecco la frase: "Ho imparato che quando un neonato stringe per la prima volta il dito del padre nel suo piccolo pugno, l'ha catturato per sempre".