Il rinvenimento del corpo di Yara Gambirasio chiude, in modo drammatico, un caso di cronaca nera molto seguito negli ultimi tre mesi, dopo che la ragazzina era scomparsa senza lasciare tracce. Gli elementi per una ossessiva morsa mediatica c'erano tutti e in effetti i primi giorni sembravano ripercorrere un copione collaudato sin dal tempo del delitto di Cogne e recentemente ripetuto per l'assassinio della giovane pugliese Sarah Scazzi. Ma questa volta, dopo un appello dei genitori al mondo dell'informazione, gli eccessi di attenzione e di scandalismo si erano allentati non solo per buonismo dei media ma per un'oggettiva difficoltà di alimentare una storia in un ambiente sobrio e riservato del bergamasco, specie se rapportato al bailamme di Taranto. Ancora ieri il "giornalista" Fabrizio Corona è entrato senza autorizzazione nella casa della povera Sarah, alimentando il suo personaggio di "maudit" che trova purtroppo committenti e ammiratori: se fosse capitato a Bergamo lo avrebbero spellato vivo. Ribadisco che la "cronaca nera" è una delle basi del giornalismo e nessuno discute il lavoro dei cronisti cui corrisponde un interesse del pubblico per le notizie grame e tristi. Quel che non è sopportabile è l'escalation del sensazionalismo e del cattivo gusto.