Il Giappone è per noi un mondo difficile da capire. In più io, per i casi della vita, non ci sono mai stato e le letture non bastano. Più di una volta del "suo" Giappone ho parlato con l'unico valdostano, a mio modo di sapere, che ci abbia vissuto davvero, l'artigiano-artista Giovanni Thoux, che nel dopoguerra lavorò in quel Paese come insegnante presso i salesiani, sposandosi una ragazza giapponese. Oppure Takeshi Sugiyama, il consulente "storico" della Valle d'Aosta per il Giappone, cui si devono le istruzioni per evitare che facessi delle gaffes con gli ospiti nipponici e con lui - per altro valdostano d'adozione e prezioso "ponte" fra culture - avevamo costruito un bel progetto, purtroppo sparito, di presenza in Valle di parte degli atleti delle squadre giapponesi per le Olimpiadi di Londra del prossimo anno. E ora questo sisma che colpisce e addolora, pensando che il Giappone ha fatto della convivenza con i rischi del terremoto uno dei capisaldi della vita personale e collettiva. Ma la natura non si imbriglia e resta purtroppo la tremenda indeterminatezza dei fenomeni che incombono sulla fragilità umana, anche laddove ci si prepara e ci si esercita con serietà.