Il 150esimo dell'unità d’Italia non prevede regali e personalmente non penso – vista la curiosa combinazione dei tempi - che la nuova alleanza in Regione fra UV e PdL sia da considerarsi tale. Ma, come dicevano i latini, "De gustibus non est disputandum" e sarà proprio il tempo della storia a rimettere i pezzi a posto. Quella storia che avrebbe previsto, invece, una riflessione importante per questo anniversario e che purtroppo è mancata: forse si sarebbe potuto fare con un dibattito ad hoc in Consiglio Valle per uscire dalla routine dell'amministrazione, dando un colpo d'ala politico. E' indubbio, infatti, che le vicende di questo secolo e mezzo sono quelle che, più di ogni altra cosa, hanno forgiato l'Autonomia speciale di oggi, fatta da uomini ancora vicini culturalmente ai valori risorgimentali sfociati poi nella Resistenza. Gran parte di loro non avevano ceduto alle lusinghe del fascismo (Emile Chanoux e Severino Caveri) o si erano pentiti di un'adesione di carriera (Federico Chabod) e poi coltivando gli ideali autonomisti o quelli federalisti (purtroppo perdenti all'epoca dell'unificazione) hanno consentito alla Valle un destino non appiattito che ci avrebbe altrimenti destinati ad essere una negletta provincia piemontese. Resta sin dai tempi della Costituente un tema decisivo che vale più di qualunque prebenda che ci arrivi da Roma. Si tratta del concetto dell'intesa per la modifica dello Statuto, come ribadito dal Consiglio Valle con la proposta di legge costituzionale indirizzata nel gennaio 2009 alla Camere, che parla dell'Autonomia speciale come "rapporto pattizio". Si tratta di una precondizione quale tutela di ogni necessaria modifica statutaria per adeguarci ai tempi. Nella riforma costituzionale del centro-sinistra questa "intesa"” non figurava ed io votai contro, mentre nel 2005 un principio di intesa figurava nella riforma costituzionale del centro-destra, bocciata dal referendum popolare e questa scelta era giusta per una serie di storture presenti in quella riforma. Da allora, malgrado promesse bipartisan, tutto tace.