I sensi sono alcuni dei nostri utili strumenti durante la vita ed esiste certamente un "effetto memoria" che fissa un istante nella nostra mente. Questa esperienza assomiglia alle formine con cui da bimbi giochiamo con la sabbia, consentendo cioè una ripetitività dell'evento, partendo da quella prima volta che diventa un - ora sparo una parolona - paradigma. Per questo oggi, a Ferragosto, ho voluto riflettere su quelle "impronte" e la stagione estiva. Questo è il personalissimo risultato. Vista: vedere un fungo porcino ben nascosto e prenderlo con accortezza; scorgere sul fondale con la maschera una conchiglia e afferrarla; guardare le scie degli aerei in alta montagna e immaginare; lo stupore per albe e tramonti secondo i luoghi (lenti al mare, più bruschi in montagna); Roma vuota nel cuore dell'estate assolata e boccheggiante. Udito: lo sciabordio della risacca e il rumore della spiaggia; il silenzio della montagna e lo scampanio della mandria di mucche; lo scricchiolio dei materassi di foglie di granoturco nella baita; la prima radio che prendeva in onde medie "Radio Montecarlo"; il fischio delle marmotte al nostro passaggio. Gusto: il sapore delle fragoline di bosco e delle more di rovo; il latte appena munto in alpeggio e il formaggio affumicato; la focaccia e la pizza appena sfornate e fragranti; il ghiacciolo all'anice o la dolcezza dell'orzata; la trasgressione dell'alcolico dei primi gin tonic in discoteca. Olfatto: l'odore di salsedine durante le mareggiate; il profumo della "torta margherita" di zia Eugenia; la pienezza delle sensazioni di un prato in fiore appena falciato; le albicocche staccate dall'albero della nonna Ines; il profumo di buono dei capelli della "morosa" nei primi "lenti". Tatto: la sabbia bagnata delle piste per le biglie; la gamba scottata per la marmitta del primo motorino; la mano furtiva e sudata al cinema con lei; la coccinella portafortuna sul polpastrello della mano; la viscidità del pesce pescato al bolentino. Un elenco che ognuno può cambiare a suo piacimento.