La storia dell'alpinismo, che così tanto ha inciso sulle popolazioni delle montagne del mondo e il "caso valdostano" è esemplare, è anche il succedersi di personalità straordinarie. Inutile nascondersi come in questo ampio campionario non manchino affatto la categoria dei bizzarri, personaggi unici e irripetibili che hanno spostato le tecniche alpinistiche verso nuovi orizzonti e verso modalità espressive adatte ai propri tempi. A loro si deve anche quel pendolo sempre in movimento che fa sì che l'alpinismo o meglio gli alpinismi, per la loro pluralità di espressioni, si avvicinino e si allontanino dall'interesse della stampa e del pubblico. Ma c'è chi protagonista lo sarà per sempre per la capacità di fare sensazione. È il caso di Patrick Edlinger, morto venerdì in casa, pare caduto dalle scale. Combatteva da anni una battaglia con l'alcolismo, dopo essere stata una vera e propria star grazie soprattutto ai film che lo hanno ritratto e alle gare di arrampicata. Ha scritto "Le Parisien": «Originaire des Landes (Dax), Patrick Edlinger commence l'escalade à l'âge de 8 ans. Grimpant parfois en solo, il grimpe dangereusement et impose un nouveau style. Bandeau autour de la tête, simple short et parfois torse-nu, ce passionné se fait connaître du grand public après avoir grimpé les gorges du Verdon. En 1982, son style fait l'objet de deux documentaires réalisés par Jean-Paul Janssen: "La Vie au bout des doigts" et "Opéra Vertical". Au coeur des années 1980, Edlinger sera élu personnalité préférée des français par le magazine». "Paris Match": «lors de la décennie suivante, il se retire du haut niveau de l'escalade après avoir été victime d'un arrêt cardiaque, à la suite d'un grave accident dans les Calanques. Il continuera malgré tout à grimper. "C'est une icône pour les passionnés de l'escalade, qui a révolutionné cette discipline", a déclaré l'ancien directeur de la rédaction de "Montagne Magazine", Christophe Raylat, sur "France Info". Il préparait une biographie sur Edlinger et lui avait encore parlé ces derniers jours». Questo suo essere genio e sregolatezza, alpinista che si esprimeva più con il corpo che con le parole, i brividi che suscitavano le sue scalate su pareti mozzafiato avevano sdoganato verso il grande pubblico questo aspetto nuovo - giovane e spregiudicato - dell'alpinismo moderno, creando un vero e proprio movimento di un alpinismo alternativo rispetto a certe regole dei "puristi" che hanno combattuto e perso una battaglia conservatrice verso certi innovatori. "Le blond", come veniva soprannominato, è morto solo per uno stupido incidente domestico, dopo aver per anni giocato con la morte davvero sulla punta delle sue dita.