Poiché troppo spesso si strumentalizzano le cose o ingigantendole o minimizzandole, essendo la politica oggetto privilegiato di lenti deformanti, pubblico qui, per esigenze di chiarezza, la lettera scritta da Tonino Fosson, André Rosset, Laurent Viérin e dal sottoscritto al Presidente dell'Union Valdôtaine, Ego Perron. Lo abbiamo fatto civilmente e senza toni accesi, come penso debba sempre avvenire in casi come questi. Non mi convince l'obiezione, che certo arriverà, del genere "bisogna lavare i panni sporchi in casa". La politica deve essere una "casa di vetro" e dunque immaginare di giocare alle "segrete cose" sarebbe non solo deprimente ma pure illogico e fuori dal tempo in un grande Movimento politico. Per capirci, è sufficiente aprire un giornale in qualunque Paese democratico del mondo per vedere come il confronto sia il pane quotidiano e dove questo non avviene è un brutto segno. Dunque discutere alla luce del sole non è mai una aspetto negativo.
Di seguito il testo della lettera, che traduco qui in italiano dall'originario testo in francese:
Caro Presidente Perron, abbiamo deciso di intervenire sulle annunciate dimissioni di Elso Gérandin, presidente del "Cpel", che sono un ulteriore sintomo del clima generale che stiamo vivendo all'interno del nostro Movimento, dove il dialogo è ridotto ai minimi termini e i metodi sono spesso irrispettosi delle persone. La ragione è nota: la situazione venutasi a creare nei rapporti tra Regione ed Enti locali, che deriva dalle ultime prese di posizione da parte dello stesso Gérandin e di altri sindaci e che riguardano le preoccupazioni e il mancato coinvolgimento degli amministratori locali nella predisposizione del Bilancio della Regione e soprattutto sulle future riforme che riguardano i Comuni e le Comunità montane. Come conseguenza ci sono stati problemi per il funzionamento dello stesso "Cpel", organo che rappresenta tutti gli Enti locali della Valle d'Aosta, a causa della reiterata mancata partecipazione, da parte di alcuni sindaci unionisti, allo svolgimento del regolare funzionamento dello stesso Consiglio di amministrazione, per cui i sottoscritti esprimono solidarietà al presidente Elso Gérandin e denunciano il manifestarsi di pressioni esterne sugli eletti locali; chiedono, pur consapevoli del contesto di crisi e della necessità di ridurre i costi della politica e della pubblica amministrazione, un reale confronto sul futuro del sistema autonomistico della Valle d'Aosta, vero punto di riferimento del federalismo locale, che sta alla base della nostra autonomia, evitando scelte imposte e non concordate né a livello regionale né a livello di condivisione con gli Enti locali stessi, ed evitando, proprio nello spirito federalista che ci anima, di assumere, nei confronti dei Comuni della Valle d’Aosta, l'atteggiamento dell'imposizione di scelte che quotidianamente combattiamo nei confronti del Governo italiano e che, di fatto, andrebbero a togliere totalmente la possibilità ai Comuni di esercitare la benché minima funzione, pur condividendo l'accorpamento dei servizi, ma rifiutando l'intaccamento della loro esistenza, ed in particolare quella degli Enti locali più piccoli; sui costi della politica e la riduzione degli organi a tutti i livelli, rivendicano che siano la Regione e la città di Aosta a dare il buon esempio, partendo dalla riduzione del numero di consiglieri regionali, e rivendicano un'azione concreta sulla riduzione anche dei costi delle società partecipate e controllate; auspicano, infine, e ancor più in questo momento di crisi economica e di attacchi all'Autonomia, maggiore libertà di espressione nonché un metodo diverso, organico e non episodico, nell'approccio ai problemi di questa fase politico-amministrativa ed una maggiore condivisione nelle scelte amministrative e politiche che avranno grande incidenza sul futuro della nostra comunità.