Ieri ero a Bruxelles per l'ultima volta alla plenaria del "Comitato delle Regioni", che si svolgeva in uno dei palazzi del Parlamento europeo. Scorrendo le notizie sul telefonino, piomba come un fulmine a ciel sereno la storia dell'incidente di corso Lancieri ad Aosta: una vettura ha investito due mamme e le carrozzine che spingevano con dentro due neonati, ferendo le donne e i bimbi, di cui uno in gravi condizioni. E' subito angoscia, un groppo alla gola e poi, poco dopo, il particolare che ha trasformato la notizia in "notizia nazionale": alla guida dell'auto un operaio romeno di vent'anni residente ad Aosta, lo stesso denunciato - come si dice "a piede libero" - due giorni fa per una rapina a mano armata in una tabaccheria a Sarre. Non era finito in galera perché aveva confessato e aveva fornito agli inquirenti i nomi dei suoi complici. Insomma "aveva collaborato" e di questo il magistrato aveva tenuto conto. E ieri è tornato a delinquere, oltretutto nel secondo giorno della gioiosa "Fiera di Sant'Orso". Dice che gli era caduta la sigaretta e nel raccoglierla ha perso il controllo della sua "Audi A3" ed è piombato contro i malcapitati. Di Marius Pohrib, questo il suo nome, ho visto poi su 12vda.it la foto - immagino tratta da "Facebook" - con questo ragazzo con atteggiamento da spaccone davanti ad un'auto. Per ora deve rispondere di lesioni personali colpose, reato per cui non è previsto l'arresto. Ma vista la traccia di droga, il procuratore capo di Aosta, Marilinda Mineccia, ha disposto il fermo giudiziario. Nel provvedimento si sottolinea - ma dopo la rapina non era stato così - la "pericolosità sociale del soggetto". Cosa aggiungere se non che i social media sono esplosi di commenti. Chi ha scritto cose pesanti del genere: andava fatto linciare, chi se la pigliava con i giudici, chi segnalava l'orrore dei bambini di due mesi feriti e così via. Due mi hanno colpito: uno diceva a me direttamente che avevo commentato a caldo con questo tweet: "Certo, lasciamoli in giro, così cresce la xenofobia in punta di diritto". Osservava giustamente che lo stesso sdegno dovesse valere a qualunque nazionalità appartenesse il delinquente. Verissimo: ma se andate al carcere di Brissogne è facile vedere la percentuale elevatissima e maggioritaria di detenuti stranieri che scontano la pena. Segno che molti scelgono l'Italia come terra di conquista, profittando di certi garantismi e se saltano certe regole di civile convivenza cresceranno xenofobia e razzismo. Un altro scriveva come lo stesso sdegno i valdostani non lo avessero riservato al recente processo a Torino che ha dimostrato un salto di livello nella presenza locale della 'ndrangheta calabrese. Giusto, ma non può sfuggire quanto questo fatto specifico avesse caratteristiche emotive così forti da creare una reazione immediata in tutti e una cosa non dovrebbe escludere l'altra. Resta, tutta intera, la riflessione sulla Giustizia e i suoi meccanismi di garanzia di cui alcuni approfittano. Intanto pensiamo ai piccoli e alle loro famiglie.