Ci sono attività che possono sommarsi positivamente lungo il cammino imperscrutabile della propria vita. Mi piace quella espressione di Arthur Schopenhauer, che dice: «La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro. Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare». Penso, nel mio caso, al lavoro di giornalista e agli incarichi in politica. Nell'incrocio e nella sovrapposizione dei ruoli ho avuto un evidente privilegio: percorrere in lunga e in largo la Valle d'Aosta e non esagero e ne scrivo perché ne vado particolarmente fiero. Ciò deriva dalla casualità della cronaca quotidiana che concatena nella vita di un giornalista fatti e avvenimenti e ti obbliga alla mobilità e alla conoscenza dei luoghi e, di conseguenza, delle persone. Lo stesso vale nel percorso a tappe dei comizi e delle manifestazioni, che costellano l'attività politica e finisci per avere una mappa mentale dei luoghi di riunioni i più vari e di collegare quei posti alle persone conosciute. Così nell'attività amministrativa che, delibera dopo delibera, consente di "percorrere" il territorio regionale, spesso stando seduti attorno ad un tavolo. Banale dirà chi è valdostano e dà per scontato di conoscere la sua terra, facile potrebbe aggiungere chi non è valdostano e ragiona sulla piccolezza della Valle d'Aosta, ancora più piccola se pensiamo alle vaste aree non abitabili e non abitate. Vero, per carità, ma osserverei che la mia esperienza porta a dire che la Valle d'Aosta è come un tappeto orientale e dunque con la straordinaria caratteristica di mutare a seconda dei punti di vista e consente un'osservazione cangiante della ricchezza del suo ordito, a dispetto della taglia ridotta. Per questo esiste un atteggiamento pre-politico che influenza la posizione politica. Conoscere la Valle ti fa capire quanto l'idea federalista sia coerente il rispetto di questo nostro territorio e del suo popolamento e cioè la tutela della specificità del livello comunale e della peculiarità delle diverse comunità che compongono, come in un puzzle, il popolo valdostano. Per cui trovo indispensabile essere europeo e cittadino del mondo, ma - senza ideologismo ma solo per buon senso - sforziamoci di conoscere e di capire la ricchezza naturale e umana della nostra Valle. Si tratta di un piacere e di un dovere. Charles De Gaulle scrisse: "Le patriotisme, c'est aimer son pays. Le nationalisme, c'est détester celui des autres". E' un pensiero in cui mi riconosco.