«Caspita, mi si è ristretta la maggioranza». Parafrasando un noto film, il presidente Augusto Rollandin, seduto sul suo cumulo di preferenze, non può che rendersi conto che per lui e per la sua coalizione le cose non sono andate bene e, specie in casa unionista, la famosa "rimuntada" ("rimonta" in gergo calcistico) non c'è stata e governare con alleati e "stampelle" è un esercizio finito. Vinto ha vinto, ma talvolta la vittoria può sapere di rancido e non promettere niente di buono, specie se restano a casa esponenti di spicco, di cui il Presidentissimo si è liberato senza neppure troppa eleganza. Chi non serve a certe dinamiche non ottiene "aiutini", malgrado il lavoro svolto in Consiglio e le promesse di scambi reciproci di preferenze. Come da copione, sono tanti con "le pive nel sacco" in un gioco al massacro che è un déjà-vu.
Questa Legislatura, insomma, parte per chi governerà e non si può che constatare che un certo vento è cambiato e chi farà finta di niente rischia grosso. L'autonomia speciale è condivisione e il gioco del potere affaristico e del pugno di ferro può far vincere per un pelo, ma non garantisce la profondità necessaria in tempo di crisi. Immagino che ci sarà qualche proposta furbesca di embrassons-nous che miri a una qualche forma di argine al movimento ormai evidente verso l'abisso. Io penso che, invece, mai come ora la maggioranza ristretta debba dimostrare di saperci fare e l'opposizione - coltello nei denti - deve fare una battaglia parlamentare contro gli strapoteri governativi. Un bel gioco democratico che darà, anche all'Union Valdôtaine Progressiste, delle belle soddisfazioni a nome e per conto dei tanti elettori che hanno dato la loro fiducia.