"L'idée de décaler la pendule en été n'est pas récente : c'est en avril 1784 que Benjamin Franklin évoque pour la première fois dans le quotidien français le Journal de Paris la possibilité de décaler les horaires afin d'économiser l'énergie". Avevo letto, distrattamente, su "Le Monde" la storia dell'ora legale (heure d'été, più efficacemente in francese) e ora me lo sono ricordato, spostando questa mattina qualche orologio in casa, nel momento in cui torniamo all'ora solare. Ho cercato su Internet il citato articolo e fa davvero sorridere: "Vers les six heures du matin je fus réveillé par un bruit au-dessus de ma tête, et je fus fort étonné de voir ma chambre très éclairée: endormi, j'imaginai d’abord qu'on y avait allumé une douzaine de lampes de M. Quinquet; mais en me frottant les yeux, je reconnus distinctement que la lumière entrait par mes fenêtres; je me levai pour savoir d'où elle venait, et je vis que le soleil s'élevait à ce moment même des bords de l'horizon, d'où il versait abondamment ses rayons dans ma chambre, mon domestique ayant oublié de fermer mes volets: je regardai mes montres, qui sont fort bonnes, et je vis qu'il n’était que six heures, mais trouvant extraordinaire que le soleil fût levé de si bon matin, j'allai consulter l'almanach où l'heure du lever du soleil était, en effet, fixée à six heures précises pour ce jour-là; je poussai un peu plus loin ma recherche, et je lus que cet astre continuerait de se lever tous les jours plus matin jusqu'à la fin du mois de juin, mais qu'en aucun temps de l'année il ne retardait son lever jusqu'à huit heures". La lettera prosegue con elucubrazioni su calcoli su come, di conseguenza, risparmiare in "chandelles et bougies". Doveva essere simpatico questo Franklin, scienziato e inventore, cui se devono, fra l'altro, il parafulmine e le lenti bifocali. In Italia l'ora legale venne adottata dal 1916 al 1920, poi dal 1940 al 1948, per essere definitivamente reintrodotta nel 1966 (ricordo bene, da bambino, la vaga preoccupazione allo spostamento delle lancette) con legge dello Stato e poi nel 1978 vi fu un coordinamento comunitario ancora in vigore nell'Unione europea. Tra l'altro, trafficando su questa storia dell'ora, ho scoperto - stupefatto - che agli albori del Regno d'Italia, per uno scollamento orario, quando in Sicilia erano le 12, nelle Provincie continentali erano circa le 11.56 ed in Sardegna le 11.23! Poi ci fu un riallineamento delle sei ore diverse (sic!), che iniziò con Milano che nel 1866 si "tarò" con Roma, come fecero nell'anno successivo Bologna e Torino, mentre Cagliari arrivò solo nel 1886. Torno all'ora legale e a quella solare: in diversi siti una spiegazione che mi ricorda una spiegazione di mio papà, che da buon veterinario conosceva il mondo contadino valdostano e che dimostra, in fondo, come già questa storia fosse connessa alle abitudini umane: "Nelle società antiche e prima della diffusione degli orologi, l'organizzazione delle civiltà agricole non si basava su bioritmi fissi come nelle moderne civiltà industrializzate: i contadini, che costituivano la grande maggioranza della popolazione, si alzavano infatti sempre all'alba, seguendone inconsciamente il progressivo anticipo in primavera e ritardo in autunno. Nell'età contemporanea l'espediente dell'ora legale non fa che riprodurre questo antico spostamento dei bioritmi umani a seconda delle stagioni". Questo smonta quelli che - e sono sempre meno - si lamentano di questo lieve cambio d'ora, che personalmente trovo giustissimo. Per godersi - anche in mezzo alle nostre montagne alpine - giornate più lunghe nel periodo che va dall'inizio della bella stagione sino all'autunno e consente di evitare il buio pesto al mattino fra l'autunno e la fine dell'inverno.