Avevo detto, giorni fa, di come si dovesse guardare con interesse alle elezioni provinciali di Bolzano/Bozen e di Trento. Due Province autonome con territorio montano come il nostro e con il problema, di vario genere, delle minoranze linguistiche, anzitutto i sudtirolesi e poi, ma non solo, i ladini. Si tratta, benché siano dalla parte opposta delle Alpi, di nostri fratelli di sangue, con i quali ho personalmente coltivato intensi rapporti politici, nella convinzione che la collaborazione e lo scambio di buone pratiche possa essere fruttuoso per le nostre reciproche comunità. Il dato complessivo è una vittoria dei partiti autonomisti che conosco bene: la Südtiroler Volkspartei - il partito di raccolta del Tirolo del Sud - e il Partito Autonomista Trentino Tirolese. Nel primo caso, pur perdendo la maggioranza assoluta, passando da diciotto a diciassette consiglieri, la SVP ha "tenuto", pur perdendo qualche cosa a favore di partiti autonomisti di destra. Quel che conta è che il post Luis Durnwalder (il presidente sulla scena da decenni) è avvenuto brillantemente e si passa da un settantenne ad un quarantenne, Arno Kompatscher. Il partito ha dimostrato una capacità di traghettamento per nulla scontata. Così come la scelta dell'alleanza con il centrosinistra di è dimostrata giusta, visto che ha premiato il Partito Democratico. Il centrodestra è uscito dalle elezioni provinciali con le ossa rotte. A Trento ho un elemento di soddisfazione personale: il Presidente trentino diventa un esponente proprio del "PATT", vincitore a sorpresa delle primarie del centrosinistra, vigendo - a differenza di Bolzano - l'elezione diretta. Si chiama Ugo Rossi, è una persona seria e competente e, a differenza del celebre presidente uscente Lorenzo Dellai (che pure ho sempre apprezzato), è ancorato solidamente in area autonomista, mentre l'ex presidente è inspiegabilmente approdato a Scelta Civica del fu Mario Monti. Il seggio dei ladini va al piccolo Movimento dell'Union Ladina con un mio ex collega deputato, Bepe Detomas, che lo merita dopo aver avuto qualche alto e basso nella sua carriera politica. Per l'Union Valdôtaine Progressiste questa vittoria - seguita in diretta lassù da Laurent Viérin - è un viatico, che mostra come siamo sulla strada giusta e in linea con gli amici autonomisti delle due Province autonome. Mentre la Valle d'Aosta resta impantanata in un regime ormai autocratico, l'autonomismo mostra per fortuna, altrove come in Valle grazie ai "progressisti", segni di freschezza e vitalità e questo fa davvero ben sperare. Per cambiare anche da noi.