La mia posizione sui rifiuti in Valle - e cioè bruciare i rifiuti, come soluzione tecnica accettabile - era stata il frutto di un approfondimento e della constatazione che questa tecnologia resta la più adoperata in Europa. Se dovessi dire, a darmi la spinta decisiva, fu la possibilità, allora considerata fattibile dai tecnici, di usare l'impianto per far lentamente sparire l'orribile discarica alle porte di Aosta. Cosa accadde poi è noto: lo scenario dopo il 2008 mutò in fretta. Ci fu un primo cambio di rotta del Governo Rollandin, che non so leggere ancora oggi, con l'idea di andare verso trattamenti a freddo, ma si tornò in fretta al termovalorizzatore e - anche in questo caso spuntato come un fungo in una notte - si giunse alla scelta di un pirogassificatore. Tra l'altro con la novità, smentendo quanto detto in precedenza, che la discarica di rifiuti non poteva essere smantellata.
Quando si profilò il referendum, dissi subito la mia idea al gruppo dell'Union Valdôtaine: se si toccano argomenti che hanno a che fare con rischi per la salute, sull'esito di certe consultazioni popolari non ci sono dubbi di sorta. Avevo ragione. Dopo lo "stop" al pirogassificatore, ci sono state complesse vicende giudiziarie e resta in piedi il ricorso decisivo dello Stato contro il cuore della legge regionale numero 33, del novembre 2012, che recepisce l'esito del referendum, impugnata perché considerata illegittima. A giorni, essendo fissata l'udienza della Consulta il 5 novembre, si conoscerà l'esito e la conseguente sentenza, che potrebbe anche colpire non solo lo specifico argomento referendario, ma anche eccepire sui meccanismi che regolano il referendum regionale. Mi par di capire che il Governo Rollandin sui rifiuti, prendendo tempo e montando una sorta di gigantesca melina, stia non a caso aspettando, nella speranza di ripartire sulla strada bocciata dai cittadini. Si tratterebbe di un terribile abbaglio: i pronunciamenti democratici vanno rispettati sino in fondo, qualunque fosse l'idea di partenza di ciascuno di noi. Lo stesso vale, a maggior ragione, se a colpire la legislazione regionale fossero i giudici costituzionali. Qualunque sia stato il giudizio sulla legge sui referendum propositivi, che certo potrebbe avere profili di incertezza rispetto all'ordinamento generale sui procedimenti legislativi (anche questo lo dissi in epoca non sospetta), esiste un principio di tutela dell'autonomia, che è a prescindere. E sarebbe il colmo gioire in qualche modo di una diminutio dei poteri e delle competenze della nostra Valle. Insomma: è un'attesa carica di interesse e - temo - di interessi.