Bisogna sempre essere vigili rispetto a fenomeni nuovi e non storcere subito il naso per partito preso. La cultura, nel costruire elementi originali, cavalca anche processi imitativi, cambiamenti che sono come innesti su piante ormai vecchie, idee che maturano, assumendo sembianze diverse a seconda di dove si trovino ad agire. Ci sono cose che ci arrivano dal mondo anglosassone e che mettono radici anche in Valle d'Aosta, perché le situazioni cambiano e elementi tradizionali si mischiano a novità e sopravvenienze, dando vita a ibridi che finiscono poi per diventare anch’essi tradizione. Se ci si ferma, allora si finisce come un reperto in un museo, che è altra storia. Potrei cominciare con il celebre "Halloween", che anche da noi imperverserà oggi e che trova le sue radici in riti antichi di marca celtica su cui - com'è quasi sempre avvenuto - si è sovrapposto il cristianesimo. Oggi abbiamo "dolcetto scherzetto" e un sacco di americanate annesse e connesse, perché appunto negli Stati Uniti il famoso "melting pot" (il crogiolo, che ha messo assieme tante culture diverse, ammesso che abbia funzionato e ne dubito) ha aggiunto elementi nuovi a quanto c'era di atavico, che era stato portato in America specie da scozzesi e irlandesi. Avere il divertimento - con bimbi e ragazzi come protagonisti - non mi stupisce affatto, anche se questo avviene a poche ore - giusto a rimorchio - dal ricordo doloroso dei defunti. Gioia e dolore sono due facce della stessa medaglia e la paura, che siano mostri, streghe o scheletri, è sempre stata un modo per esorcizzare la morte, che d'altra parte è il lato che rende luminosa la nostra vita per l'inevitabile contrappasso. Dal mondo anglosassone arrivano anche aspetti, sempre in questa stagione, che trovo importanti, come l'osservazione della Natura, di cui una delle punte di diamante è il "birdwatching", l'osservazione degli uccelli. Ma questo gusto dell'osservazione, fotografica o no, riguarda anche - lo si vede dal successo popolare delle foto naturalistiche - uno sguardo attento e curioso sul mondo animale e vegetale. Anche in Europa si segue ormai questa pista, che dà vita ad un turismo contemplativo, che vive della gioia che si ricava dai paesaggi e mi permetto di dire che in questo ci sta anche la varietà straordinaria degli scorci delle cosìdette "città d'arte". Questo vale anche per "Fall Foliage" e cioè il godimento della vista dei boschi attraverso le chiome dei diversi colori degli alberi d'autunno, quando le foglie si apprestano a cadere. Un fenomeno sociale e turistico in Canada e in vaste zone degli Stati Uniti, esportato in Europa e anche in Valle d'Aosta, dove si usa anche il francesismo "feuillage". Trovo che sia una bella attività, che io ho sempre praticato sin da ragazzo, imparando a guardare panorami valdostani, dove la varietà di piante compone degli acquarelli imperdibili in periodo autunnale. Quest'anno il clima e l'escursione termica hanno creato degli autentici spettacoli naturali, godimento per noi valdostani e richiamo su cui bisogna puntare in una stagione tradizionalmente "morta" per il nostro turismo.