C'erano una volta le leggende metropolitane. Eccovi una casistica a casaccio: i coccodrilli nelle fogne di New York, sette anni per digerire un gomma americana, la moneta che scompariva se messa per qualche giorno nella "Coca-Cola", John Lennon, Marilyn Monroe ed Elvis Presley vivi e nascosti da qualche parte, le vipere lanciate dagli elicotteri e i cerchi nel grano fatti dagli "Ufo". Poi sono spuntati i complottisti, che hanno reso greve quella leggerezza che un tempo attorniava le "balle". "Complottista" è un neologismo, entrato nei dizionari da qualche anno, e che significa "chi o che ritiene che dietro molti accadimenti si nascondano cospirazioni, trame e complotti occulti", che pare essere stato usato per la prima volta in Italia nel 1990 dal giornalista Giorgio Bocca. In questi anni, siamo stati sepolti dalle stranezze più assurde: penso alle "sci chimiche", ai retroscena delle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001, a certe baggianate sul cambiamento climatico, ai disegni internazionali dei sistemi bancari in "cupole" inquietanti, sulle case farmaceutiche che spargono virus apposta. Un articolo recente su "Il Post.it", che riprende in parte un articolo di un giornale americano, spiega come il complottista definisca gli avvenimenti e li cataloghi sulla base di una griglia ideologica, per cui qualunque avvenimento va bene per crearci attorno un disegno complottista. Fatto uno, ne crei cento con lo stesso stile. E si aggiunge: "Internet ha permesso una circolazione dell'informazione molto più rapida e diffusa, ma le ricerche mostrano anche che la rete, invece di frenare le ipotesi più bizzarre, sembra essere un grande strumento per renderle più convincenti. Di conseguenza, il complottismo sembra più diffuso che mai: l'articolo del "New York Times" cita una ricerca recente secondo cui il 63 per cento degli americani che sono iscritti alle liste elettorali - quelli dunque più interessati alla vita democratica del Paese - crede in almeno una teoria del complotto che ha a che fare con la politica". Interessante il finale: "Attualmente gli psicologi non sono sicuri di poter affermare che tutto questo meccanismo cominci con un sentimento di impotenza o che sia il complottismo a causare il sentimento di impotenza. La conclusione a cui è giunta la gran parte degli scienziati con le ricerche attualmente disponibili è che, indipendentemente da che cosa causi cosa, il complottismo è spesso una forma di cinismo estrema e a volte patologica". Il caso più recente è, ad una settimana di distanza dai fatti, la scomparsa del gigantesco aereo "B-777" della "Malaysia Airlines", in volo tra Kuala Lumpur e Pechino, con a bordo 239 persone. Si è letto tutto e il contrario di tutto, lasciando spazio - in un'epoca in cui bisognerebbe sapere anche se si muove un motorino sulla Terra - a ricostruzioni strane e fantasie farlocche. Urge, per favore, un minimo di certezze per non lasciare un campo sterminato ai complottisti.