Quella di oggi - bene prestarci attenzione, evitando eccessi zuccherosi - dovrebbe essere la giornata dell'Amore (e degli innamorati, termine onestamente assai estensibile, vista la ricchezza possibile di sfumature di questo sentimento). Mondato da tutti gli elementi consumistici, che pure non sono da demonizzare, San Valentino ha incanalato in modo garbato quanto di eroticamente sfrenato c'era prima del Cristianesimo. Ricordo ai tempi del Ginnasio quanto ci fosse da ragionare per capire, nello studio della antica letteratura greca, l'amore in diverse sfumature: familiare ("storge"), di amicizia ("philia"), il desiderio erotico ma anche romantico ("eros"), infine l'amore più prettamente spirituale ("agape") e ci sono molte altre sottigliezze e c'è difficoltà di trovare certi confini e sottigliezze fra gli uni e gli altri. La giornata di oggi si gioca molto attorno a un simbolo antico, che è quello del cuore. Cuore e Amore: un binomio di cui difficile fare a meno e che ha avuto le più varie declinazioni da livelli altissimi alla banalità più evidente. Un esempio elevato? "On ne voit bien qu'avec le cœur. L'essentiel est invisible pour les yeux" (Antoine de Saint-Exupéry). Uno più semplice? Scegliete qualche rima del "Festival di Sanremo" di certe canzoni di ieri e di oggi.
La parola "cuore" proviene dal latino "cor, cordis" comparabile al sanscrito "hŗd, hŗd-aya = hârd, hard-aya", e al greco "kardía", da una radice indoeuropea, "skar, skard", che significa "vibrare, balzare, saltellare" e al sanscrito "kûrd-ati o kardati - saltare" che corrisponde al greco "skaírō" ma anche a "kradáō", similmente a "kradaínō". Il dorico "kradía" equivale a "kardía". Il termine italiano cuore evoca dunque più movimento o una scossa ritmica e continua necessaria per vivere, che un sentimento, un'emozione, un pensiero o un simbolo. E' molto bello quando i bambini piccoli scoprono con stupore il tuo e il loro battito. Per altro già in fase prenatale, arricchita oggi da apparecchiature incredibili per le ecografie, fa impressione vedere battere il cuoricino del proprio figlio già con il rumore dei palpiti, segno della Vita. Il cuore lo troviamo non a caso celebrato in tutte le civiltà sin dal passato più remoto, che siano gli egizi o i greci, ne parlano Confucio e gli antichi romani. Nelle Sacre Scritture troviamo il cuore citato in numerosissime e diverse sfumature. Oggi tutto quel che ruota attorno all'Amore (canzoni, poesie, oggettistica e pure gli emoticon) è caratterizzato da un cuore, generalmente rosso fuoco. E' interessante segnalare come il cuore sia dappertutto sulle Alpi. Pensiamo al caso della bandiera dei walser o al simbolo su tessuti o inciso nel legno degli chalet. Mi pare di capire che in pare derivi dalla devozione del Sacro Cuore di Gesù proveniente dalla mistica tedesca del tardo medioevo. Fa piacere che anche il simbolo o, se preferite, il marchio adottato dal turismo valdostano sia stato - ormai dal 2004 - un cuore proprio nel ricordo di una simbolistica alpina. Quando questo avvenne avevo responsabilità sul turismo nel Governo regionale e ebbi modo di dire di questo cuore rosso valdostano, che palpita di storia, cultura tradizione. Il marchio fu stato scelto tra circa trecentocinquanta proposte presentate all'apposito bando del concorso internazionale. Venne realizzato da "Narcisi & Siva", di Milano e appare ad una prima visione come un cuore rosso, mentre poi si vedono al suo interno elementi della cultura e della tradizione valdostana, come grolla, la coppa dell'amicizia, oggetti dell'agricoltura, flora e fauna, monumenti e altri elementi caratterizzanti. San Valentino vuol dire anche che una comunità deve volersi bene.