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19 feb 2015

Occhio a San Valentino

di Luciano Caveri

Come molti ho letto almeno un libro dell'americano John Gray, scrittore specializzato - anche come psicologo - nello studio delle problematiche di coppia, cui si deve la celebre definizione, per evidenziare due mondi diversi, degli uomini come "Marte" e delle donne come "Venere". Una chiave di lettura ironica ma pure concreta quale l'insieme di segnali indicatori dei rapporti sentimentali fra uomo e donna, segnalando le enormi differenze tra i due sessi. Una frase sui regali, che poi inquadrerò, è questa: "Quando una donna tiene il conteggio dei punti, un dono d'amore, grande o piccolo che sia, ha sempre lo stesso valore. Le dimensioni non contano. Un uomo, invece, ritiene di segnare un punto con un piccolo regalo e trenta con un dono importante. Non capisce che per una donna le piccole cose sono importanti quanto le grandi. In altre parole, per una donna un'unica rosa conta quanto il pagamento dell'affitto di un mese".

Rozzezza americana, si dirà. Può anche darsi. Ma si sappia che la giornata di sabato è per noi uomini un banco di prova. A noi di San Valentino non ce ne può fregare di meno e invece per quello che improvvidamente e con definizione ormai datata viene definito "gentil sesso" la questione appare del tutto diversa. Sarà una festa ormai vittima dei vampiri del commercio consumistico, ma attenzione a non fare passi falsi per la già citata diversità nella lettura dei fenomeni umani. Il sito sui Santi, almeno ci illumina sulla parte buona della "Festa degli innamorati". Così si spiega di questo personaggio originario e legato alla città di Terni: "La più antica notizia di San Valentino è in un documento ufficiale della Chiesa dei secoli V - VI dove compare il suo anniversario di morte. Ancora nel secolo VIII un altro documento ci narra alcuni particolari del martirio: la tortura, la decapitazione notturna (…) San Valentino fu sepolto in un'area cimiteriale nei pressi dell'attuale Basilica". Ma a un certo punto le autorità religiose ternane decidono di valorizzare il Santo: "San Valentino fu presto rinvenuto in una cassa di piombo contenuta entro un'urna di marmo rozza esternamente ma all'interno intagliata con rilievi. La testa era separata dal busto a conferma della morte avvenuta per decapitazione. Fu portata subito in Cattedrale. Nessuno in città voleva che il corpo del loro martire riposasse nella chiesa madre. Neanche la Congregazione dei Riti era favorevole poiché le reliquie dovevano essere venerate là dove erano state sepolte. Così si decise di ricostruire una nuova Basilica". E gli innamorati? Così si spiega, nel solito legame fra cristianesimo e feste precedenti "adottate" dalla Chiesa: "La festa del vescovo e martire Valentino si riallaccia agli antichi festeggiamenti di Greci, Italici e Romani che si tenevano il 15 febbraio in onore del dio Pane, Fauno e Luperco. Questi festeggiamenti erano legati alla purificazione dei campi e ai riti di fecondità. Divenuti troppo orridi e licenziosi, furono proibiti da Augusto e poi soppressi da Gelasio nel 494. La Chiesa cristianizzò quel rito pagano della fecondità anticipandolo al giorno 14 di febbraio attribuendo al martire ternano la capacità di proteggere i fidanzati e gli innamorati indirizzati al matrimonio e ad un'unione allietata dai figli. Da questa vicenda sorsero alcune leggende. Le più interessanti sono quelle che dicono il santo martire amante delle rose, fiori profumati che regalava alle coppie di fidanzati per augurare loro un'unione felice. Oggi la festa di San Valentino è celebrata ovunque come Santo dell'Amore". Ora il quadro è chiaro e dunque l'insieme nobilita la celebrazione, che non è inventata solo da qualche lobby di chi con i regali ci guadagna. Ragion per cui cade un solido alibi per noi "marziani" e le "venusiane" ci guadagnano.