L'evoluzione del costume è sempre interessante da seguire e ci sono segnali e comportamenti che segnano la società e creano quel guazzabuglio di cose che è la cultura. Ormai, quando si va in giro, ti accorgi di quanto la musica sia diventata a consumo personale, come se si trattasse di un pezzo di noi. Che siano le cuffiette o le ritrovate cuffie giganti (con cui iniziai a fare radio) in qualunque scenario - che ci si trovi un sentiero alpino, in una sedia di una sala d'aspetto o pure a nuotare in una piscina - c'è qualcuno e ormai di qualunque età che ce le ha sulle orecchie. Spesso, per la mia innata curiosità, cerco di capire quale musica stia ascoltando e quando il volume è alto capita di arrivarci direttamente e spesso con stupore nella dissonanza fra il look e gli ascolti. Ha ragione Milan Kundera: «Un uomo non può essere ebbro di un romanzo o di un quadro, ma può ubriacarsi della "Nona" di Beethoven, della "Sonata per due pianoforti e percussione" di Bartók o di una canzone dei "Beatles"».
Portarsi in giro la musica era da ragazzino un'ambizione in parte irrisolta. E' vero che da bambino avevo un mangiadischi rosso a pile portatile e poi ho rinvenuto in casa un "Gelosino" a nastro che non ricordavo. Si usavano poi radio singole o con mangianastri sempre a pile per poterli metterli ovunque non ci fosse una presa di elettricità. Ma l'ascolto non aveva caratteristiche di intimità, come derivante da successiva evoluzione La svolta fu il "Sony Walkman", che pareva un oggetto da alieni: originariamente era un lettore di musicassette su brevetto giapponese. Il primo "Sony Walkman" è stato venduto il primo luglio del 1979 e penso di non sbagliarmi a pensare che me lo comprai appena possibile. Difficile oggi spiegare quel senso di libertà e di autonomia che trasudava da quell'oggetto, che pareva qualcosa di insuperabile in modernità rispetto al mondo del vinile, che è il primo che ho conosciuto per riprodurre la musica (scopro che oggi torna di moda e non mi stupisco proprio per la sua componente materiale rispetto ai file immateriali!). Ma mai dire mai rispetto alla progressione delle scoperte: con l'arrivo dell'"Apple iPod", il lettore di musica digitale basato su hard disk e memoria flash presentato sul mercato il 23 ottobre 2001. Ulteriore sconvolgente passo in avanti con la musica oltretutto come elemento immateriale scaricabile via Internet. Un esempio fra i tanti del progresso tecnologico di cui la mia generazione ha goduto con un certo stupore per quanto verrà. Quel che colpisce sta nel fatto che certi strumenti, come il telefonino multifunzione (musiche comprese in tutte le salse), sono dei veri apparati che interagiscono con noi. Sono delle protesi, cioè organi artificiali che, pur non sostituendo quelli naturali, li completano e li integrano. Non oso pensare quali diavolerie ci aspettino dietro l'angolo anche per sentire musica. Saremo (saranno...) dei robottini o meglio, molto meglio dei cyborg, cioè nella fantascienza che diventerà scienza e anzi c'è già: esseri umani su cui sono stati innestati organi meccanici o elettronici. Così siamo serviti in un mondo a cavallo fra reale e virtuale e di certo lo faremo anche con la musica che ci piace.