Tocca di tanto in tanto l'obbligo di tornare su argomenti già visti, ma la cronaca appare con il suo bagaglio di schifezze e di dolore. Vorrei fare a meno di dare eco a certe prodezze di gente orribile, ma il silenzio in certe occasioni non paga ed è bene gridare la propria indignazione, specie se deve servire per innescare reazioni, per scuotere dal rassicurante torpore della propria quotidianità. Non molto distante da dove abito, giusto al di là delle Alpi, gli estremisti islamici hanno tagliato una testa ad un cristiano. Più o meno in contemporanea turisti occidentali sono stati uccisi, dagli stessi estremisti religiosi, su di una spiaggia della Tunisia. La loro colpa? Essere lì, come i bersagli di un "Luna park".
Come dire: «cari infedeli, ci stiamo organizzando per farvi vivere nel terrore, nel nome di quello Stato islamico che pian piano conquista terreno e si trova sulle coste dirimpettaie dell'Italia» (e sui barconi viaggeranno anche dei loro infiltrati, sparsi già in giro). L'Occidente spera nei Curdi e manda qualche aereo o qualche drone: un giusto mezzo fra pacifisti e guerrafondai. Posizione inutile per contrastare quello che diventerà un incubo crescente. La paralisi sembra essere la normalità ed il Governo Renzi vive di chiacchiere e di schiaffoni presi in Europa, dove ogni volta si va per fare la voce grossa e si torna zitti e bastonati. Personalmente faccio una vita senza troppi pensieri e quest'estate andrò in vacanza in Marocco, perché ho deciso che farsi condizionare è già una sconfitta per chi vuole farmi cambiare vita, anzi non vede l'ora di rovinarmela per poi, se possibile, togliermela. Penso che bisognerebbe reagire, senza dare l'impressione che abbiamo carattere remissivi e poca capacità d'azione. Altrimenti un giorno ci sveglieremo trovandoci dentro un incubo terribile. Loro predicano la violenza, il sopruso, la barbarie nel nome di un diritto tribale, dove Stato e Religione si sovrappongono. Impensabile per chi predichi principi costituzionali di Libertà e uno Stato di Diritto. La nostra mollezza e un concetto deviato di relativismo culturale possono portarci nel baratro, perché il dialogo dev'essere a due, altrimenti è un monologo con chi non vede l'ora di staccarmi il collo dalla testa. Sarebbe bene pensarci per tempo, perché i nostri nemici sono fra noi e ci inseguono anche nelle nostre vacanze. Io non accetterò mai di diventare suddito di chi si fa interprete di principi contrari ai miei.