Sono come una setta buona. Mi riferisco a "quelli del bob", intesa come la pista di bob del "Lac Bleu" di Breuil-Cervinia (1.520 metri di lunghezza con un dislivello di 139 metri) e a tutti quelli che vi ruotarono attorno. Come dei reduci, si sono ritrovati a "C'era una volta il bob (Cervinia 1963-1991)": mostra con documentazione varia su quegli anni, aperta sino all'inizio di gennaio nella "Galleria Civica" di via Chanoux a Saint-Vincent. A fare da ciceroni, a turno, atleti e appassionati che hanno vissuto quegli anni d'oro e ci sono pure due bob su cui ci si può sedere per il selfie d'ordinanza. Qualche polemica la pista la creò sin dagli esordi.
Trovo questo verbale del Consiglio Valle del 1964: "Il presidente, Marcoz, dichiara aperta la discussione sulla seguente interpellanza presentata dai consiglieri regionali signori Pedrini Ennio e Bonichon Giuseppe, concernente l'oggetto: "Pista di bob al Breuil - Richiesta di informazioni", interpellanza trasmessa in copia ai signori consiglieri unitamente all'ordine del giorno dell'adunanza del 7-8 aprile 1964. I sottoscritti consiglieri del gruppo Liberale desiderano interpellare l'assessore al turismo sul seguente argomento: constatato che la Regione ha contribuito, con oltre trenta milioni, alla spesa per la costruzione della pista per bob di Cervinia, constatato che detta pista rappresentava una attrezzatura sportiva di primaria importanza anche ai fini di richiamo turistico, constatato che nella corrente stagione invernale, detta pista per bob è rimasta inutilizzata perché deteriorata nelle sue opere murarie, constatato che il pubblico denaro non deve essere inutilmente sprecato. Chiedono quindi quali concreti provvedimenti sono stati presi perché detta pista possa essere utilizzata nella prossima stagione invernale, quali misure sono state prese nei confronti della ditta appaltatrice affinché i danni subiti vengano da essa risarciti, oltre al naturale ripristino dell'opera stessa, quali difficoltà si frappongono acchè la Regione adica a vie legali qualora la ditta costruttrice non ottemperasse ai suoi obblighi. L'assessore al turismo, Savioz, in risposta all'interpellanza soprariportata, riferisce quanto segue: "Il comitato promotore per la costruzione di una pista di bob al Breuil si è costituito il 26 settembre 1959. In data 12 aprile 1962, avendo finito i suoi lavori, il comitato rassegnava le dimissioni e, pertanto, veniva nominato il nuovo comitato esecutivo che provvedeva ad approvare il progetto dei lavori, al loro finanziamento ed all'appalto dei lavori con invito a varie ditte costruttrici per gara a licitazione privata. La pista di bob del Lago Bleu, di Valtournanche-Breuil, venne costruita nel 1962. Il progetto prevedeva la spesa di lire 55.000.000. Non fu possibile realizzare l'opera come da progetto, data l'opposizione di un proprietario terriero. Inoltre gli scavi eseguiti furono più costosi del previsto perché si trovò roccia in diversi punti e si dovettero quindi fare degli sbancamenti in roccia, con conseguente differenza notevole di spesa (circa lire 18 milioni). Durante l'inverno 1962-63 la pista venne messa in funzione da parte della "Società Cervino", con una spesa di esercizio di circa lire 15.000.000, con piena soddisfazione sia dei piloti che degli sportivi. Durante la stagione estiva 1963 si constatarono delle deficienze nella costruzione della pista, per cui il comitato esecutivo provvide a contestare alla impresa tali deficienze; senonché non fu possibile concludere entro l'autunno gli accertamenti delle eventuali responsabilità da parte dell'impresa, perché la tragedia del Vajont, colpendo gravemente negli affetti e negli averi il progettista e direttore dei lavori ingegner Luciano Galli, impedì di portare a termine gli accertamenti. In data 31 ottobre 1963, in una riunione tenutasi a St. Vincent, l'impresa "Dal Pont" si dichiarava disposta a ripristinare le opere a suo totale carico. Entro quest'estate la pista sarà sistemata e pensiamo che per la stagione prossima potrà funzionare. Le difficoltà sono rappresentate dal costo di esercizio e da tempo il comitato esecutivo si sta preoccupando di sopperire alle necessità di ordine finanziario". Il Consigliere Pedrini, ringrazia l'assessore savioz per i chiarimenti fornitigli in risposta all'interpellanza, ma dichiara di dissentire da quanto esposto per varie ragioni che illustra. Precisa che l'Amministrazione regionale aveva il dovere di intervenire prontamente affinché l'impresa che aveva eseguito i lavori di costruzione della pista di bob provvedesse immediatamente ad eseguire le necessarie riparazioni alla pista stessa. Lamenta che ciò non sia stato fatto, dando motivo di proteste da parte della stampa e di privati. Dà lettura del seguente passo di un articolo, a firma di Luigi Canevaro, pubblicato sul numero 7 del 13 febbraio 1964 di "Neve-Sport", settimanale di attualità e informazione, sotto il titolo "L'ultimo bob": "Se è vero che la pista di Cortina aveva poco ghiaccio, poteva benissimo entrare in funzione quella di Cervinia, realizzata l'anno scorso. Alla sua costruzione avevano contribuito un po' la Fisi, un po' la Regione Autonoma Valle d'Aosta e un po' la Società del Cervino, che l'aveva mandata avanti nel 1963. Cento milioni buttati via. (Il consigliere Pedrini ammette che tale cifra è esagerata). Quest'anno la pista è rimasta stranamente inattiva, ed è ancor più strano che la federazione del bob non abbia pensato di fissare qui la base degli allenamenti per le Olimpiadi, viste le condizioni disastrose di Cortina. La scusa ufficiale parla di una curva crollata, ma è evidente che bastava poco ad aggiustarla". Il Consigliere Pedrini informa di essere a conoscenza che a St. Moritz ed a Chamonix era stato offerto alle équipes americane, canadesi ed altre équipes partecipanti ai campionati mondiali di bob addirittura la permanenza gratuita in tali località, purché si recassero a fare gli allenamenti per i campionati mondiali in detti centri sportivi. Precisa che, secondo quanto gli risulta, le équipes degli americani, dei canadesi ed altri equipaggi partecipanti ai campionati mondiali di bob avevano chiesto di poter effettuare i loro allenamenti al Breuil, assumendo a proprio carico le spese di permanenza negli alberghi. Osserva che, se tale richiesta fosse stata accolta, ciò avrebbe significato per la Valle d'Aosta una réclame gratuita televisiva, in Italia ed all'estero, per un periodo di venti giorni od un mese. Esprime il proprio rammarico per il fatto che una tale richiesta non abbia potuto avere seguito e questo unicamente perché l'Amministrazione regionale non è intervenuta prontamente presso la società che aveva costruito la pista di bob per la esecuzione delle necessarie riparazioni alla curva crollata. Sottolinea il gravissimo danno derivato alla Valle d'Aosta da tale mancato intervento. Prende atto della comunicazione, fatta dall'assessore Savioz, che la pista sarà sistemata entro l'estate ventura e che potrà, quindi, entrare in funzione nella prossima stagione invernale; rileva, però, che l'Assessorato regionale al turismo ha dimostrato una scarsa sensibilità per il problema della pista di bob. L'assessore Savioz dichiara che il consigliere Pedrini è stato indubbiamente male informato perché, dagli atti esistenti presso l'Assessorato al turismo, non risulta pervenuta alcuna richiesta da parte dei partecipanti ai campionati mondiali di bob, di poter effettuare i loro allenamenti nella pista del Breuil in vista del predetto campionato". Poi in quegli anni la pista si affermò e sino al 1991, data di fatto della chiusura, è un susseguirsi di gare di tutti i livelli, sino ai vertici mondiali. Nasce una nidiata di campioni valdostani della specialità che primeggiano anche a livello internazionale. Intanto Cervinia si sviluppa è proprio negli anni Sessanta certa speculazione (aiutata dalle sentenze della Magistratura) fa della conca quelli che è ancora oggi. Dopo che la pista è stata chiusa, iniziano i rimpianti e ci sono stati appuntamenti mancati per farla rivivere: il "no" dei valdostani alla candidatura della Valle alle Olimpiadi del 1998 (chance di risuscita contro Nagano pari a zero) che ne prendeva un riuso e poi la scelta di non compartecipare alle Olimpiadi di Torino del 2006, che avrebbero previsto - in certi accordi preliminari con il Piemonte poi caduti - l'uso della pista di Cervinia. Ormai la presenza del bob alle Olimpiadi vacilla e il riscaldamento globale metterebbe in dubbio una pista a ghiacciatura naturale. Ma una visita alla mostra riempie, comunque, il cuore di nostalgia per quell'epopea gloriosa, che fa venire ancora i lucciconi a chi la visse da vicino.