Ho già scritto molte volte sul fatto che la novità tecnologica più impattante di questi anni, specie nei suoi progressivi sviluppi, è stato - per la nostra vita quotidiana - il telefono mobile, specie se associato alla miriade di applicazioni in connessione con Internet. Oggi ti domandi che cosa diavolo facessi prima, quando questo aggeggio pluriuso non esisteva: eppure, anche facendo mente locale, non sempre ti viene in mente che cosa esattamente avvenisse. Una sorta di smemoratezza che ha aspetti inquietanti e dimostra come siamo mobili anche noi ad accettare cambiamenti che ci fanno pure scordare il passato. Forse, più semplicemente, non facevi niente di particolare e al posto della socialità dei "Social" ti poteva capitare di parlare con chi incontravi sulla tua strada. Invece oggi capita di essere concentrati sullo schermo camminando, stando seduti in una sala d'attesa, durante una cena con amici o nelle riunioni di lavoro. Vivi in un mondo plurimo, quello reale e gli altri a portata di mano.
Chissà cosa ne direbbe quell'Innocenzo Manzetti, inventore valdostani ottocentesco cui venne scippato - anche per sua ingenuità - del riconoscimento della sua scoperta del primo rudimentale telefono ed oggi - se ci fosse ancora - scoprirebbe i passi da gigante che l'umanità ha fatto nel solco di quella sua geniale intuizione. Il rovescio della medaglia, nel cammino delle scoperte che cambiano la nostra vita, è la scomparsa di quanto c'era prima. Privato per qualche ora del mio portatile, ma obbligato ad una comunicazione urgente in una grande città, ho scoperto come la progressiva scomparsa delle cabine telefoniche sia un problema serio per chi era abituato a trovarne una con facilità. Io ho ancora chiara la mappa di tutte le cabine telefoniche e dei bar con telefono a scatti delle zone che frequentavo abitualmente: una conoscenza ormai inutile. Ma, in quel caso di urgenza, una volta trovato un telefono pubblico superstite e scoperto come farlo funzionare, la difficoltà è stata ricordare i numeri di telefono. I numerosissimi numeri che ho a mente sono di familiari defunti, amici dismessi, numerazioni sparite, pizzerie scomparse. L'agenda telefonica del portatile ha resa vana una delle cose che sapevo fare ed era pure un vanto: tenere a mente decine e decine di numeri. Pure quello ho perso... Ma l'aspetto più comico è stata la decisione di cedere alla tentazione di rimettere il telefono fisso a casa. Tre le motivazioni. La prima è sempre legata - si noti il sottile paradosso - al telefono mobile, perché ovviamente in casa non si può fare a meno del "wi-fi" per evitare il consumo di Giga, talvolta - ma questa è un'altra storia - finiti sul più bello e ci si ritrova come dei naufraghi su di un'isola deserta, quando si ha bisogno impellente di comunicare. Per cui ho trovato una combinazione onnicomprensiva assai conveniente, con tanto di telefono fisso. La seconda ragione - molto più cervellotica - è la scoperta, avvenuta in un alluvione di qualche anno fa, che la rete di telefonia mobile era saltata, mentre quella fissa era risultata funzionante e dunque non si sa mai... La terza è che ad una certa ora, dopo che la App che vigila sulla mia salute mi dice, se non l'ho fatto, di andare a nanna, metto il telefono portatile sul "silenzioso" per evitare di ricevere telefonate da amici nottambuli o notifiche di comunicazioni, in genere stupidaggini che arrivano dai vari gruppi: per cui il numero del telefono fisso è stato dato a poche persone, tipo mia madre o i miei figli, per epocali e forse ferali comunicazioni notturne. In realtà non ricevo nessuna telefonata utile. Ma, in compenso, ne ricevo di inutili e il generalmente silente telefono fisso squilla solo quando sono sotto la doccia, mentre sono in uscita sulla porta di casa, quando amoreggio sul più bello con mia moglie o sto leggendo in santa pace l'epilogo di una romanzo poliziesco. E chi chiama? Solo qualcuno che mi deve vendere qualcosa, in barba alla trafila per registrare il numero domestico in un elenco dell'Authority preposta che dovrebbe mettermi al riparo da questi scocciatori da call center, che - poveretti! - lavorando a provvigione fanno di tutto per convincermi ad acquistare per poter legittimamente guadagnare qualcosa. Nessuna tattica adottata ha funzionato. Tono mellifluo: «non sono interessato, ma posso chiederle per favore di cancellare il mio numero dalla vostra lista?». Minaccioso: «basta, questa volta vi denuncio, se non smettete di chiamare!». Furbo: «em>«sono delle pompe funebri, purtroppo il Signor Luciano è morto stamattina: lo stiamo vestendo!». Spiritoso: «qui Pizzeria "Bella Napoli", non c'è nessun Luciano qui...». Mentre finivo di scrivere, come una nemesi, il telefono è suonato: era "Vodafone" che cercava di strapparmi a "Tim"...