Ci sono temi che tornano in questo Vecchio Continente, impastato da tante storie che si sono sovrapposte e che ogni tanto tornano dal passato. Anche in politica ci sono le mode e sono più pericolose dei pantaloni a zampa d'elefante o dei "tailleur", perché alcune raccontano di vicende che sembrano lontane e che, purtroppo, prosperano nel peggior vizio, quello della capacità di dimenticare. Nel poema "Le opere e i giorni" lo scrittore Esiodo racconta che Zeus regalò a Pandora un vaso contenente tutti i mali del mondo, con la raccomandazione di non aprirlo mai. La forte curiosità femminile spinse Pandora ad aprire il vaso facendo uscire tutti i mali (malattia, fame, vecchiaia, eccetera) che si sparsero in ogni luogo. Solo la "speranza" rimase in fondo al vaso, successivamente anch'essa fu fatta uscire. Da qui, anche, il detto «La speranza è l'ultima a morire».
Ci pensavo immaginando come la Germania, finalmente riunita dopo le tragedie del muro di Berlino come simbolo della divisione cagionata dal socialismo reale di stampo sovietico, abbia tragicamente il suo "vaso di Pandora". E dentro esiste quel mostro del nazionalsocialismo, che è uscito ormai da anni con prepotenza da dove era stato cacciato per via degli orrori di cui era stato responsabile e ora rischia di rispuntare. Gruppi e gruppuscoli in Germania evocano i fantasmi del nazismo e la rete di nostalgici deborda in altri Paesi. Per cui oggi ci si chiede cosa ci sia dietro al doppiopetto modernista del "Alternative für Deutschland - Afd", ormai in forze nel Bundestag come da risultato delle elezioni politiche tedesche di ieri. Il programma che ha presentato questo partito di ultradestra è antieuropeista, centrato su un vecchio nazionalismo, cavalcando anche senza scrupoli il tema dell'immigrazione e della crisi economica. Nulla di nuovo sotto il sole: ma nell'epoca del marketing politico e del Web che semplifica la diffusione dei programmi anche più strampalati funziona e fa breccia in quella parte di popolazione che più si fa suggestionare e soprattutto spaventare. L'affermarsi nel Novecento delle dittature ha lavorato sodo su questi argomenti e oggi certe minacce ritornano sotto nuove vesti. Certo, Angela Merkel, che governerà con qualche tipo di "Große Koalition", si troverà però con una solida rappresentanza di personaggi vari uniti sotto l'ala di questo partito, diventato la terza forza politica a Berlino. Capirà quanto minacciosi siano i demagoghi che attraversano l'Europa sotto diverse fattezze, a Destra certo ma anche a Sinistra e anche in spazi neutri difficili da definire come i "Cinque stelle" italiani, che hanno appena scelto un leader che ha un curriculum davvero modesto. Tutto ciò deve servire per ragionare e capire che un elettorato impreparato oppure che agisce con la pancia e non con la testa è pronto a buttarsi nelle braccia del miglior offerente, di chi la spara più grossa, di chi deforma la storia. Per fortuna in fondo al "vaso di Pandora" c'è anche la speranza, augurandoci che spunti davvero e questo significa essere all'ascolto e capire i messaggi che arrivano dall'affermazione dei partiti antisistema, perché la democrazia è comprendere le ragioni e trovare le risposte, come antidoto ai rischi di deriva autoritaria. Resta, affinché ciò avvenga, un pensiero di Primo Levi, che qui riporto, lui che fu uno dei testimoni più lucidi dell'Olocausto, che pareva - quando se ne iniziò a parlare durante la Seconda guerra mondiale - come qualcosa di impossibile e invece... Ha scritto Levi: «Auschwitz è fuori di noi, ma è intorno a noi, è nell'aria. La peste si è spenta, ma l'infezione serpeggia: sarebbe sciocco negarlo. In questo libro se ne descrivono i segni: il disconoscimento della solidarietà umana, l'indifferenza ottusa o cinica per il dolore altrui, l'abdicazione dell'intelletto e del senso morale davanti al principio d'autorità, e principalmente, alla radice di tutto, una marea di viltà, una viltà abissale, in maschera di virtù guerriera, di amor patrio e di fedeltà a un'idea». Begli argomenti su cui ragionare.