E' sinceramente incredibile come certe situazioni evolvano nel tempo. Nel 2013, annotavo qui sopra: «Era dai tempi del grande romanziere d'avventura, l'americano Robert Ludlum, con il libro "Il treno di Salonicco (The Gemini Contenders)", uscito nel 1976, che non trovavo più una storia "gialla" ambientata - in quel caso in parte - a Champoluc. Confesso che non so dove sia finito quel libro, che mi aveva segnalato proprio il libraio di allora di Champoluc, il rimpianto Pino Crespi. (...) Questa volta Champoluc ospita, invece, un romanzo giallo all'italiana, "Pista nera" di Antonio Manzini, edito da "Sellerio". «Rocco Schiavone era stato assegnato ad Aosta da settembre, dal commissariato Cristoforo Colombo di Roma. E dopo quattro mesi tutto quello che conosceva del territorio di Aosta e provincia era casa sua, la Questura, la Procura e l'Osteria degli artisti» ".
Questa era la breve descrizione del personaggio principale, che poteva rivelarsi una meteora letteraria ed invece oggi sappiamo del successo avuto e siamo arrivati in poco tempo ad una ventina di libri scritti con le sue storie. Intanto Rocco Schiavone è diventato anche - ad aumentare popolarità e successo - una serie televisiva italiana prodotta dal 2016 e trasmessa da "Rai2". Ovvio come i libri abbiamo alimentato la televisione e la televisione abbia moltiplicato il successo grazie anche alla magistrale interpretazione di Marco Giallini, che ha vestito i panni del personaggio a perfezione, facendo da amplificatore al successo del libri. Personalmente ho continuato a leggerli ad ogni nuova uscita, per la capacità di Manzini di creare trame avvincenti e per la caratterizzazione sempre meglio definita dello stesso personaggio principale. I nuovi libri si collegano ai precedenti, concependosi una continuità di racconti paralleli a quello del momento. Ora è uscito "Ah l'amore l'amore", titolo che vale come motore del giallo che deve disvelare gli autori di un delitto avvenuto in ospedale, ma segnala anche gli amori di Schiavone e dei suoi poliziotti e sarà anche la causa di questo omicidio assieme ad altre miserie ben raccontate legate al denaro. Per lui la Valle resta, pur con un crescendo affettivo, come una sorta di esilio ed il vice questore anticonformista si lamenta del clima (Manzini descrive spesso una Valle piovosa e nevosa e sappiamo quanto non sia così), ma risolve con intelligenza casi di cronaca nera. Resta una personalità contraddittoria fra passato e presente, con un rischio continuo di deriva che lo umanizza: non è uno stinco di santo fra metodi spicci e "canne", ma porta a casa i colpevoli, in intrecci di vita che lo rendono un personaggio che intriga. Marco Giallini (nomen omen in un... giallo), l'attore che lo ha reso famoso in televisione, ha creato un "suo" Schiavone in carne ed ossa che si è sovrapposto ed in parte ha sostituito l'originale. Per i valdostani nel libro è divertente scoprire anche questa volta luoghi, spesso camuffati, che Manzini usa per l'ambientazione e per far muovere sulla scena il suo poliziotto. Molti cognomi valdostani, quasi sempre contraffatti, appaiono anche in quest'ultimo libro e ci si potrebbe divertire a scoprire se in certi casi non ci sia casualità ma un pizzico di malizia, magari innescata da qualche conoscenza locale di Manzini. Certo la Valle d'Aosta appare come sfondo con rare zampate geografiche e storiche e non manca qualche errorino, anche se Manzini è evidente che viene in Valle e si informa. Giallini, invece, è un attore diventato ormai familiare agli aostani per il tempo trascorso qui, quando soggiorna per girare i nuovi episodi della serie televisiva. Questo nuovo libro conferma la scrittura vivace, la storia appassionante dalla prima alle ultime pagine, quando Schiavone ci porta alla soluzione finale mai scontata. Serve come pubblicità per la Valle d'Aosta? Per quanto alla fine le descrizioni siano sempre vaghe ed i tratti umani universali (non sempre lusinghieri per i valdostani), credo che sia utile questa location valdostana e fra letteratura e televisione a qualcuno può venire in mente di venire in Valle per una visita sulle tracce del bizzarro e sgualcito Schiavone (che questa volta perde un rene per "fuoco amico").