Joe Biden, 77 anni, è la rivincita delle pantere grigie o come si dice nel bourg di Aosta dei "grisonniers" e ciò vale contro ogni tentativo di considerare le persone anziane come anime perse. Capisco come il nuovo Presidente degli Stati Uniti e lo sconfitto Donald Trump (74 anni) possano essere anche, all'inverso, segno di un establishment americano troppo statico e senza ricambio in una società che invecchia, ma è anche il segno che l'esperienza non è acqua. Anche se, oggettivamente, l'ideale è il mix tra vecchio e nuovo e la vice-Presidenza al femminile alla Casa Bianca della afroasiatica cinquantasettenne Kamala Harris è un segnale. Ci riflettevo in questi tempi, in una Valle come la nostra, dove la crisi demografica e l'allungata possibilità di vita (che risulterà ridotta per la pandemia in corso) aumentano la componente anziana e l'età media della popolazione con punte di nonagenari e centenari. Grandi anziani colpiti con spietatezza dal virus e per i quali bisogna avere massima attenzione per la loro fragilità di fronte all'aggressività del "covid-19".
Giustamente, a questo proposito, si ipotizzano misure accresciute di protezione. C'è chi pensa a confinamenti obbligatori motivati proprio dai rischi che corrono, specie con i momenti di intasamento delle rianimazioni (dove staccare dalle macchine i più vecchi è nel protocollo, in concorrenza con più giovani), mentre io penso a campagne informative ed alla persuasione morale sugli anziani ed i loro familiari per mettere in chiaro il perché di maggior cautela nell'uscire di casa per evitare - siamo chiari - la terribile morte in solitudine che in troppi hanno patito in questi mesi così luttuosi. Ma proprio il "caso Biden" ci illumina come bisogna gettare a mare certo giovanilismo d'accatto, che considera le persone anziane come relitti da abbandonare negli ultimi anni della vita. Esiste una ferocia in questa nostra società che è inaccettabile non solo per un senso di rispetto ed affetto per le generazioni precedenti, ma perché esiste un pozzo pieno di conoscenze e di ricordi che bisogna valorizzare e non ghettizzare. Ha detto Papa Francesco: «Gli anziani sono uomini e donne, padri e madri che sono stati prima di noi sulla nostra stessa strada, nella nostra stessa casa, nella nostra quotidiana battaglia per una vita degna. Sono uomini e donne dai quali abbiamo ricevuto molto. L'anziano non è un alieno. L'anziano siamo noi». Giustissimo e lo dico ai giovani come l'invecchiamento sia connesso alla nostra condizione umana e ci si arriva molto più in fretta di quanto ci si illuda. Ha detto Jules Renard: «La vecchiaia arriva improvvisamente, come la neve. Un mattino, al risveglio, ci si accorge che è tutto bianco».