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02 lug 2021

Il grillismo al tramonto?

di Luciano Caveri

Il grillismo non mi è mai piaciuto e spero che come fenomeno sparisca, com'è avvenuto con altre bizzarrie dello storia italiana. Quanto inventato da zero da Beppe Grillo ha rappresentato un approccio alla politica violento e dilettantesco, esprimendo di conseguenza una classe politica prevalentemente mediocre e succube del comico, catapultata in ruoli elettivi a colpi di «vaffanculo» (mi scuso di doverlo scrivere) con demagogia a secchiate ed anti-parlamentarismo ed anti-politica perniciosi. Riassumo alcune questioni: l'idea che la politica non sia discussione ma insulto, che l'avversario sia un nemico da abbattere, che la logica sia invocare manette e galera e che lo stare insieme preveda idee da setta complottista. Un abisso di irrazionalità piena di balle spaziali che diventano verità messianiche nell'affabulazione sconclusionata ma ipnotica del "garante". La cui debolezza si è vista con il video sgangherato in cui difendeva il figlio dalle accuse in corso di stupro e non lo faceva con la tenerezza di un padre ma con la sicumera del capopopolo.

Dietro al fondatore Beppe Grillo, comico diventato guru visionario, si sono messi in fila milioni di italiani - moltissimi in sincera buona fede - che lo hanno seguito nelle sue vesti di "pifferaio magico" e per fortuna oggi appare in tanti adepti la luce del buonsenso. Certo, il suo affermarsi non è colpa solo sua, che ha approfittato e manipolato, ma anche della politica italiana che ha riso della sua discesa in campo non prendendo sul serio l'appeal dei suoi messaggi che hanno smosso gli intestini di tanti elettori. L'ignoranza o l'emotività sono brutte bestie che colpiscono a raffica e fanno danni. Bastava poco, ma il travestitismo abile c'è stato con un nuovismo di cartapesta, per capire che i suoi programmi erano fuffa e persino delirio. Per altro con cambi di posizione su mille questioni come se nulla fosse. Ma la rabbia anti-sistema ed anti-casta si è rivelata vincente e ha permesso a tanti "signor nessuno" di ottenere posti elettivi, sorgendo dal nulla, dove piano piano stanno tornando. Questa storia ha fatto molto male alla democrazia. Doveva essere un toccasana ed invece l'imbonitore delle folle al posto dell'elisir di lunga vita ha propinato e messo in circolo veleni e mediocrità. In grande pompa e più volte Grillo ha annunciato il suo ritiro. Ma ogni volta è tornato in scena. Lo sta facendo anche nell'operazione di quel Giuseppe Conte, notabile di provincia senza storia, catapultato a capo del Governo per un errore prima della Lega e poi del Partito Democratico ed ora leader talmente in pectore da fermarsi assai probabilmente alla fase di investitura. Anche lui, senza merito, ha fatto breccia in una parte degli italiani, che si fanno menare per il naso con evidente masochismo. «L'avvocato degli italiani», come egli stesso si definì con un'espressione degna di Totò, sembrava destinato a diventare leader unto dal Signore, cioè da Grillo. Baci e abbracci ed infine un benservito da parte del gigione genovese, che vuole restare il dominus della sua creatura pentastellata. Sconcerto nella sua armata Brancaleone che si è affezionata ai Palazzi del potere dove ha dimostrato il peggio. Molti di loro - anche con la rozza riduzione dei parlamentari - cadranno dalle stelle del loro simbolo alle stalle del pregresso anonimato. Sic transit gloria mundi. Questa stagione, che avrà i suoi strascichi, dimostra la fragilità della democrazia. Conte riuscì persino a scambiare la sovranità proclamata dalla Costituzione con il sovranismo e spacciò la sua approssimazione con l'autorevolezza. Ha cavalcato "poltronismo" e protesta di piazza, ma non si può per lungo tempo essere di governo e di lotta, specie senza un background spendibile in un'Europa dove contano fatti e comportamenti, e per questo hanno riso di lui e delle sue giravolte. Ora scopre che il bastone del comando lo aveva ancora Grillo, che lo aveva scoperto nel sottobosco romano e, poiché lo ha creato, ovviamente voleva che restasse il suo burattino. Ma Grillo non ha la bontà di un Geppetto ed ora di lui ne ha abbastanza. Aggiusteranno i cocci all'ultimo minuto come si vocifera in queste ore? Non ci sarebbe da stupirsi, ma sarebbe un taccone peggio del buco. Solo un rinvio della resa dei conti.