Non entro nella polemica sui nuovi assetti viari e sulla mobilità nella città di Aosta. La patata bollente è di altri e so quanto sia difficile trovare soluzioni. L'unica cosa certa è che ad un certo punto dalle parole bisogna passare ai fatti, altrimenti si discute senza mai giungere a soluzioni concrete. Già le procedure amministrative per fare qualunque cosa richiedono una burocrazia asfissiante e talvolta stolta, ma se si aggiungono discussioni infinite, cui si aggiungono comitati e comitatini che direbbero di «no» anche al Padreterno, siamo davvero panati. Mi permetto solo di dire quanto consideri prioritario riflettere, avendo rapporti con le società autostradali, la vecchia questione del parcheggio di assestamento "Aosta centro" nella zona vicina al ponte di Pont Suaz, vista la distanza delle due uscite attuali, una a Quart e l'altra a Aymavilles. Un progetto esiste, ci furono molti incontri con la "Sav" e con le autorità locali (se ne occupò con la sua grinta da mastino il compianto Albert Cerise) e poi, come altre cose purtroppo, il progetto si spense e lo ritengo ancora oggi un errore. Non è possibile che Aosta non abbia un'area di sosta, che non riverserebbe auto e pullman in città, ma che renderebbe più attraente una visita. Infatti la sosta, con pagamento di un pedaggio, consentirebbe di scegliere.
Il problema del collegamento con il centro in modo rapido resta di attualità ed è strettamente legato, non essendo per ora stato scelto il destino della ferrovia "Aosta - Pré-Saint-Didier" che impedisce, per così dire, lo "sfondamento" che consentirebbe di accedere con facilità all'area vasta afferente la "Cogne". In realtà la soluzione di muoversi a piedi non sarebbe attrattiva. Per questo molti anni fa, nel quadro dei fondi comunitari, spuntò l'ipotesi del "Cablò" ci furono favorevoli e contrari. Si trattava di una cabinovia della "Leitner" che avrebbe consentito di superare in poco tempo la barriera costituita dalla stazione ferroviaria di Aosta che, ancora attualmente, blocca un collegamento diretto fra il centro cittadino e gli immobili e le aree ex "Cogne" ed anche dai parcheggi di questa vasta area da valorizzare a pieno, nota come "F8", adiacente allo stabilimento vero e proprio. Compreso il grande parcheggio pluripiano, oggi realizzato ma poco utilizzato. La logica era quella di riavvicinare la città alla vasta zona oggi troppo "isolata" dalla vecchia viabilità e creare così anche un unico sistema di trasporto integrato che, nel raggio di poche centinaia di metri, avrebbe legato autostazione, ferrovia e telecabina per Pila. Quest'ultimo aspetto è significativo per fare di Aosta una città ancora più ospitale per i gruppi di sciatori che decidano di scegliere gli alberghi e le altre strutture di accoglienza cittadine. Invece ci si arrampicò, in spregio al progetto della funivia e forse solo per rancori personali più che per una reale progettualità alternativa, verso la follia di una metropolitana sotterranea, che certo non ha l'attrattiva. Già si ragionava anche ad abundantiam con progetti di massima - pensando che dalla parte della città si sarebbe partiti dal Parco pubblico davanti alla Regione - sull'utilità di quest'opera rispetto ad una nuova uscita autostradale "Aosta centro", che non prevedeva un'uscita fisica vera e propria, ma un parcheggio di attestamento (da cui ripartire nella direzione preferita senza ostacoli) per auto e pullman per rendere più fruibile la città senza auto e facilitando soste dei turisti in transito. La Giunta Rollandin cassò l'idea e immaginò - vero paradosso - una... metropolitana, poi per fortuna sparita dai progetti da presentare a Bruxelles. "Cablò" - che sarebbe stato costruito in tempi rapidissimi - avrebbe avuto una portata oraria di 2.200 persone, viaggiando - del tutto automatizzato - alla velocità di 5,5 metri al secondo, coprendo in poco più di un minuto il percorso previsto in linea d'aria di circa quattrocento metri. Oltre alla velocità negli spostamenti, la cabinovia a trazione elettrica avrebbe presentato, tra gli altri vantaggi, anche quello di ridurre la necessità di cercare parcheggio in centro e, di conseguenza, il traffico veicolare, contribuendo al rispetto dell'ambiente, oltre a incrementare la vocazione turistica, accorciando il tragitto per gli sciatori verso la funivia per Pila. Nel frattempo una miriade di città nel mondo, grandi e piccole, hanno costruito questi impianti di risalita urbani, che evitano il traffico cittadino, non inquinano e diventano anche attrazione di sé stesse. Ci sarà la volontà di tornarci sopra? Di sicuro rientrerebbe nella visione green che è caposaldo dei fondi comunitari nel nuovo periodo di programmazione. Chi è interessato batta un colpo.