I tormentoni musicali estivi ci sono sempre stati e per alcuni decenni la fonte fu il "Disco per l'Estate", manifestazione canora di Saint-Vincent che certo si può rimpiangere, ma era espressione di un mondo che non c'è più. Cito nel ricordarlo, a puro titolo esemplificativo, "Sei diventata nera" dei Los Marcellos Ferial (1964), "Luglio" di Riccardo del Turco (1968), "Fin che la barca va" di Orietta Berti. Oggi le hit vengono costruite a tavolino o meglio in sala di incisione dopo accurate analisi, senza logiche ruspanti del passato. E' il caso della canzone che trovo più divertente di questa stagione grazie ai Pinguini Tattici Nucleari, band di Bergamo, vale a dire "Giovani wannabe".
Avete sentito il ritornello? «Noi siamo giovani wannabe Ti dedico le autostrade che portano al mare Giovani wannabe, figli dei fiori del male, guerre lontane Noi sopravvissuti anche alla fine della storia Voglio incontrarti ancora al prossimo big bang Sul viso leggi il mio passato come Dorian Portami dove vuoi, basta sia lontano da me». Questo racconto del viaggio, che è sempre una storia d'amore con pennellate culturali, mi ha incuriosito con questa storia del "Wannabe". Parolaio.it mi ha illuminato di come una parola con definizione non brillantissima diventi gioiosa con i Pinguini: "Wannabe (wannabee) si pronuncia "uonabì" ed è un vocabolo inglese, utilizzato sia come sostantivo che come aggettivo, originato dalla contrazione di "want to be" (voler essere). L'accezione neutra aspirante, utilizzata talvolta come traduzione imprecisa, non rende giustizia alla vera natura del "wannabe", che risulta essere spesso uno scimmiottatore in buona fede o, nella migliore delle ipotesi, un emulo. L'aggettivo aspirante dà conto infatti di un'intenzione, senza interessarsi al risultato che viene conseguito: aspiranti attori, avvocati, santi, blogger vengono traslati in Inglese attraverso la locuzione "would-be" fatta precedere al sostantivo che identifica l'obiettivo delle loro aspirazioni e diventano rispettivamente "would-be actor", "would-be lawyer", "would-be saint", "would-be blogger". Un "wannabe" non è altro che un "would-be" che si scontra con i propri limiti e l'altrui giudizio. Particolarmente invisi ai veri hacker (che dichiarano di avere come motore delle proprie "malefatte" il desiderio di superare i limiti imposti da un sistema e non la volontà di compiere azioni dolose) sono ad esempio gli "hackabee" (contrazione con inversione di "wannabe hacker"): si tratta di utenti Internet con una competenza leggermente superiore alla media che, spesso senza consapevolezza di ciò che stanno facendo, arrecano danno ad altri utenti, pavoneggiando discutibili abilità informatiche. "Wannabees" molto più simpatici sono invece coloro che, appassionati seguaci di una qualche celebrità, si cimentano nell' impresa di imitarne le gesta, popolando la rete di "Elvis wannabe", "Jacko wannabe", "Celentano wannabe": spesso patetici, talvolta spassosi, rare volte riescono persino a rendersi indistinguibili dall'originale, assurgendo al livello di epigono, limite invalicabile del wannabe". Insomma il "wannabe" è simpatico o antipatico e la parola diventa cangiante secondo gli usi. Si aggiunge la scelta di avvolgerla di un significato benevolo da slang giovanile da parte dei divertenti Pinguini, che ascolto volentieri in radio, cantando quando viaggio da solo per non offendere orecchie altrui.