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03 gen 2023

L’aeroporto e le “voci”

di Luciano Caveri

Tanti anni fa e mi servì da lezione lessi su "Le Monde" un articolo assai interessante e profetico, perché pienamente confermato nel tempo, che riguardava i Social e la loro influenza su di noi. Spiegava come una parte della massa del Web venisse abbacinata con contenuti e toni populisti e demagogici con grande abilità e capacità persuasiva. Le connessioni in Rete sono potenti e persuasivi altoparlanti delle balle e delle menzogne. Ne abbiamo visto i risultati e ancora oggi è difficile trovare delle contromisure che contemperino principi di libertà e la necessità di combattere certa propaganda. Personalmente l’ho vissuto sulla mia pelle con le storie inventate sull'aeroporto valdostano, dedicato a Corrado Gex che fu tra i precursori, diventato nella vulgata - grazie ad alcuni diffusori di notizie farlocche - un esempio di spreco massimo, quando invece certi errori e ritardi ci sono stati solo perché, quando già non ne avevo più responsabilità, ci sono stati goffaggine e incapacità nel gestire il dossier. Venne di fatto bloccato il "master plan aeroportuale", frutto di studi approfonditi e di accordi con lo Stato - che ha finanziato gran parte dei lavori - passati al vaglio di tavoli tecnici e di esperti del settore, sanciti dal Consiglio regionale e non frutto di miei sogni di gloria, di cui mi sfuggirebbe la ragione. Non sono mica matto! Per cui, se e l'aerostazione firmata dalla grande architetto Gae Aulenti sembra un rudere, la cui costruzione finalmente ripartirà nelle prossime settimane e ne sono entusiasta, ci sono responsabilità precise, ma non certo le mie se siamo giunti quasi a un punto di "non ritorno". Se si fosse rispettato il cronoprogramma nella successione degli interventi, oggi il piccolo scalo valdostano, completati per tempo i lavori dell'aerostazione, funzionerebbe nei suoi diversi compiti. Un numero ridotto e ragionevole di collegamenti commerciali, specie charter per gruppi turistici e il solito volo per Roma (la Valle d’ Aosta venne inserita nei vantaggi della continuità territoriale), senza escludere velivoli "vip" per clientela di rango; i voli turistici degli Aeroclub, in particolare quelli con l'aliante, che scelgono la Valle per salire in alta quota e in mezzo alle montagne; una base per la protezione civile (con l'attigua nuova caserma dei Vigili del Fuoco, cui si è stupidamente rinunciato); gli elicotteri, caposaldo anche per il soccorso in montagna e per certa sanità di emergenza. "Agusta" di Finmeccanica era pronta ad aprire una scuola per piloti di elicotteri di montagna, progetto abbandonato anche in questo caso senza ragioni, se non la stupidità irresponsabile. L'aeroporto, con pista allungata e illuminata e con i sistemi di radioassistenza ormai completati, garantisce un uso plurimo, che dotava la Valle di una struttura importante, pensando che in tutta Europa operano scali di terzo livello e pensando al rango e al ruolo della nostra Regione. L’evoluzione tecnica, ad esempio con il satellitare, e l’impulso nel settore aeronautico (droni compresi) offrono nuove e interessanti possibilità future. Gli studi compiuti e ancora disponibili, fatti da esperti del settore, dimostrano le potenzialità e sostanziano il fatto che non si trattasse di un salto nel buio. Si aggiunga come l'alluvione del 2000, senza strade percorribili per uscire ed entrare dalla Valle e con la ferrovia spazzata via in certi tratti, dimostrò quanto risultasse prezioso un aeroporto funzionante. Ma alcuni hanno la memoria corta. Sul progetto, compresi gli aspetti finanziari e gestionali, si discusse numerose volte in Consiglio Valle e l'esito fu una condivisione. Oggi noto che non tutti se lo ricordano. Per cui fa sorridere che un percorso politico e amministrativo chiaro oggi diventi una specie di progetto personalistico. Sottolineo questa storia della strategicità dell'aeroporto in caso di gravi emergenze. Quando ci fu l'alluvione del 2000 risultammo isolati per strade, trafori e ferrovia: il solo legame con l'esterno fu, per elicotteri e aerei, il "Corrado Gex" ed è bene ricordarlo. Sul ruolo essenziale in quella circostanza ricordo bene - ero deputato - le parole dell'allora capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, che mi disse quanto ci dovessimo tener stretto e attrezzare ancora meglio il nostro aeroporto.