Il buon risultato economico per il Casino de la Vallée nel 2022 è incoraggiante per il suo futuro. Lo accolgo, avendone seguito da vicino le vicende per la delega che ho avuto sulle Partecipate, con soddisfazione, pur mantenendo la prudenza necessaria. Nel 2024 scadrà il concordato, che si ottenne con qualche difficoltà, e che ha condizioni finanziarie nella sua applicazione molto pesanti e da qui ad allora bisognerà mantenere tutte le attenzioni necessarie, senza sbandamenti, per restare in carreggiata. Il periodo pandemico aveva creato enormi apprensioni e oggi i costi energetici restano una grave minaccia e ed è bene tenere conto sempre sotto controllo il costo del lavoro. Ci vorrà da parte di tutti senso di responsabilità, facendo tesoro degli errori del passato, che portarono ad un pelo dal fallimento, avendo qualcuno scelto consapevolmente di non raccontare la verità sullo stato di difficoltà del Casinò. Credo di essere fra coloro che conoscono meglio l’ormai lunga storia della Casa da gioco dal 1947 ad oggi. Un percorso costellato da momenti gloriosi e da grandi risultati, ma anche da periodi complessi in gran parte legati a vicende giudiziarie con coinvolgimento della politica con esiti spesso ben diversi dalle prime prospettazioni accusatorie con clamore mediatico. Intendiamoci: un Casinò non è un convento delle orsoline e bisogna giustamente sempre mantenere tutte le attenzioni necessarie. Il gioco d’azzardo, ormai base importante delle finanze italiane (lo scrivo contro certe ipocrisie), è attività da vigilare e un Casinò, con la sua rete di controlli, è certo più sicuro di altre attività. Certo nel tempo molto è cambiato anche a Saint-Vincent. Sono stato testimone di questi cambiamenti, soprattutto di clientela (dal lusso alla massa), e ho conosciuto i diversi protagonisti delle differenti stagioni, cominciando dai ricordi di bambino del conte Gabriele Cotta, figura carismatica della prima e lunga gestione privata. Sono poi sfilate molte altre personalità, che ho conosciuto, nel bene e nel male, prima come giornalista e poi come politico. Oggi la gestione è pubblica e venne decisa a tutela del futuro del Casinò. Ho già detto - e figura nei documenti di programmazione approvati dal Consiglio Valle - che è ora di esaminare, in coerenza con certi ragionamenti della sezione di controllo della Corte dei Conti in una sua recente relazione, possibili strade diverse dal pubblico. Va fatto con opportuni approfondimenti giuridici e economici, che consentano scelte oculate. Per Saint-Vincent e per la Valle il Casinò, con buona pace di chi in passato ne predicò la chiusura e ben ricordo chi lo disse, resta una risorsa importante, a condizione che ci sia una gestione sana e si allontanino logiche clientelari che mai fanno del bene dovunque si manifestino. Vorrei anche segnalare lo spirito di sacrificio dei dipendenti, che hanno dovuto rivedere i loro stipendi, e questo è avvenuto grazie all’atteggiamento collaborativo dei Sindacati, che sono stati informati per filo e per segno sulle prospettive future. Aggiungerei ancora due questioni. La prima: sarebbe bene, al di là della legittima concorrenza fra di loro, che le quattro Case da gioco facessero un’azione comune per ricordare il loro ruolo ad uno Stato abnorme biscazziere del gioco d'azzardo. Un esempio concreto: togliere il divieto di pubblicità oggi vigente per le Case da gioco, quando si consente a tutte le altre forme di organizzazione del gioco di poterlo fare. Secondo tema: cresce una consapevolezza di un rischio di invecchiamento dei giochi offerti dalla Casa da gioco e la necessità di capire cosa vogliano i giovani, ipnotizzati dai videogiochi. Oggi bisogna trovare strade nuove e più appetibili, lavorando anche con Saint-Vincent e Comuni limitrofi per ridare brio all’offerta del territorio che attiri la clientela, al di là delle sale da gioco. Non si può vivere di nostalgie dei tempi d’oro, ma bisogna trovare nuovi equilibri per rinnovare, partendo da una situazione solida.