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20 feb 2023

L’alleanza delle Speciali

di Luciano Caveri

Sono stato in Trentino, esattamente a Borghetto sull’Adige, in una tenuta vitivinicola straordinaria, per un incontro politico con supporto di giuristi vari sul futuro delle Autonomie speciali. Questo tema ha occupato una parte della mia carriera politica e ogni occasione di confronto - come una torta multistrato - è stata utile, perché nel cuore stesso del futuro di una comunità come la nostra. Se non stiamo vigili, il peggior fantasma sarebbe quello di diventare zona negletta nell’area metropolitana di Torino, come capitato alle vallate piemontesi a noi vicine. Altro che Dichiarazione di Chivasso per i popoli alpini: sarà bene lavorare su documenti nuovi, senza mai negare queste radici. Riporto in premessa la notizia dell’Ansa di Trento con le mie dichiarazioni:” "Come valdostani siamo lieti di questa iniziativa degli amici trentini e sudtirolesi con la presenza anche del Friuli-Venezia Giulia. Un dibattito dallo stampo giuridico ma con forte impronta politica per presentare al Governo un fronte comune per un rafforzamento delle autonomie speciali". Lo ha detto all'Ansa l'assessore all'istruzione, università, politiche giovanili, affari europei e partecipate della Val d'Aosta, Luciano Caveri oggi a Borghetto in occasione di un confronto sul tema dell'autonomia. L'appuntamento è promosso dal Comitato per il Cinquantenario del secondo Statuto di Autonomia del Trentino-Alto Adige. "Si tratterà di un documento organico e direi coraggioso in controtendenza con certi rischi di centralismo di ritorno", ha detto Caveri in riferimento alla bozza sull'autonomia differenziata presentata da Calderoli. "Centrale per il futuro è immaginare una riforma e modernizzazione degli Statuti speciali, ma con una logica d'intesa per evitare stravolgimenti nel passaggio parlamentare previsto dall'articolo 138 della Costituzione. Abbiamo tutti apprezzato certe rassicurazioni del Ministro delle Regioni, Roberto Calderoli, rispetto al futuro delle Specialità. Nelle settimane a venire affineremo i contenuti del documento, già in bozza assai convincente"”. In effetti il clima è stato utile ed interessante e soprattutto costruttivo. Erano anni che non vedevo Calderoli, con cui abbiamo condiviso anni di lavoro parlamentare, e devo dire che il suo approccio - compreso il racconto inedito del nonno autonomista, che aspirava a Bergamo come Provincia autonoma - sulle prospettive delle autonomie speciali è stato chiaro e documentato. Lo stesso Valle d’Aosta detto dell’intervento del capofila delle Speciali nella Conferenza dei Presidenti, il sudtirolese Arno Kompatscher, che mi ha illustrato, prima dell’inizio dei lavori, il documento su cui proporrà di lavorare per presentarlo poi ufficialmente al Governo. Nel mio intervento, ricordato il mio rapporto da sempre costruttivo con sudtirolesi, friulani e trentini (nel dopoguerra mio zio Severino fu a Trento a sostenere l’autonomismo trentino), ho confermato come il vento dell’antiregionalismo soffi forte e le polemiche speciose sull’autonomia differenziata per le Regioni ordinarie lo dimostrano. Per questo ho riassunto la necessità di una svolta in un slogan ”dalla difesa all’attacco” nel solco del federalismo come reale alternativa istituzionale. Chiedendo nel breve che le norme di attuazione degli Statuti smettano di sparire nella palude romana e che si possa mettere mano agli Statuti con l’assicurazione sulla vita dell’intesa, come detto nella dichiarazione pubblicata poco sopra. Forse il torto delle Autonomie speciali - specie di quelle del Nord - è stato quello di non fare blocco e impegnarsi in difese separate fra di noi delle rispettive specialità. Stare insieme e battersi in modo risoluto contro le derive centraliste è sforzo politico, giuridico, culturale e sociale. L’arrendevolezza o la logica del "cappello in mano” a Roma e anche a Bruxelles sono atteggiamenti non solo mortificanti ma pure perdenti. Bene schiacciare sull’acceleratore, sapendo che per noi - a differenza di Bolzano e a rimorchio di Trento - l’assenza di una garanzia internazionale non è un differenza di poco conto, che comporta maggior sforzo e più consapevolezza di chi siamo e dove dobbiamo andare.