Ci sono passaggi politici importanti, che spesso accelerano e decelerano a seconda delle circostanze e anche delle volontà di chi governa. Nei giorni scorsi - e l’esempio è significativo - ha ripreso il suo cammino, dopo una vera e propria eclissi, l’Euroregione AlpMed. Mi assumo a pieno la responsabilità di avere pensato e poi ad aver operato per la nascita di questo strumento, normato con un regolamento europeo del 2006 poi aggiornato nel 2013 e che è servito per far nascere accordi importanti in diverse zone dell’Unione europea. Chi ha scritto del tema anni fa in un articolo a carattere giuridico è stata mia moglie, Mara Ghidinelli, che seguì a suo tempo il dossier: ”Basta un semplice colpo d’occhio alla carta geografica per rendersi conto che lo spazio compreso tra il Rodano, il Ticino ed il Golfo di Genova forma un’entità geografica omogenea, di cui le Alpi costituiscono la spina dorsale. Uniti e separati più volte nel corso della storia già a partire dall’antichità, questi territori hanno conservato la loro identità seppure all’interno di due diversi Stati: le montagne e le frontiere non sono riu- scite a cancellare o inquadrare in rigide categorie o territori popolazioni e culture di italiani, francoprovenzali, francesi e occitani. Quella dell’Euroregione Alpi-Mediterraneo è una storia di prossimità che è stata caratterizzata da una lunga alternanza di unioni e di separazioni decise a Parigi, Vienna o Madrid, senza tenere minimamente in considerazione le volontà, i desiderata e le affinità dei popoli interessati. Un trascorso dunque di scomposizioni e ricomposizioni territoriali, di cui uno degli ultimi episodi, probabilmente il più significativo degli ultimi cinque secoli, fu, nella seconda metà del XIX secolo, la separazione tra Italia e Francia del Regno di Sardegna. Il 18 luglio 2007, a circa centocinquanta anni dal Trattato di Torino, la spinta volontaristica e consapevole della storia ha fatto il suo corso e i rappresentanti di Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Provence-Alpes-Côte d’Azur e Rhône-Alpes hanno firmato l’accordo per la costituzione dell’Euroregione Alpi- Mediterraneo: uno spazio di collaborazione istituzionalizzata che conta circa sedici milioni di abitanti”. Nel frattempo l’Auvergne è stata accorpata a Rhône-Alpes, allargandone il perimetro. Le vicende di quegli anni sono appassionanti in una logica autonomistica. Nel 2009 le Regioni italiane interessate votarono una legge regionale per appoggiare l’Euroregione su di un gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT). L'obiettivo di un GECT consiste nel facilitare e promuovere in particolare la cooperazione territoriale tra i suoi membri – comprese una o più linee di cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale – al fine di rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale dell'UE. Incredibilmente il Governo italiano impugnò le leggi alla Corte Costituzionale, prendendo una batosta del grande giurista Giuseppe Tesauro e cito solo un passaggio della sentenza “le attività di partecipazione del GECT risultano expressis verbis ricondotte alle finalità proprie della cooperazione territoriale, in aderenza alle disposizioni del più volte citato Regolamento. Inoltre, la «promozione degli interessi dell’Euroregione presso gli Stati e le istituzioni europee», in quanto «compito» previsto per la realizzazione degli obbiettivi del GECT, risulta anch’esso ricondotto nell’ambito delle finalità di cooperazione territoriale che il regolamento comunitario affida ai GECT”. Insomma una visione ciecamente nazionalista e di fatto antieuropeista venne sconfitta ed è sempre un bene che ciò avvenga. A Courchevel, giorni fa, siamo usciti dal torpore di questi anni, peggiorato dal periodo pandemico, e cito una parte del comunicato ufficiale, di cui sono lieto, avendo rappresentato la Valle d’Aosta in questa riunione: “Cette rencontre politique entre les cinq Régions a permis de définir les priorités stratégiques à porter ensemble, en lien avec la Stratégie de l’Union européenne pour la région alpine (SUERA), et sur lesquelles des financements européens pourront être mobilisés, dans le cadre du programme Interreg ALCOTRA ou d’autres programmes européens”. Insomma facciamo parte di un sistema essenziale per le Alpi in Europa e per le alleanze politiche che esaltano il ruolo della nostra Autonomia speciale. Ma c’è poi il cruciale Trattato del Quirinale: “Cette réunion s’inscrit dans un contexte particulièrement favorable à la coopération dans ce territoire transfrontalier : la signature du Traité du Quirinal, le 26 novembre 2021 à Rome, visant à sceller une coopération bilatérale renforcée entre la France et l’Italie dans des domaines prioritaires ; le lancement du programme ALCOTRA France Italie pour la période 2021-2027, et l’ouverture d’appels à projets ciblant notamment la gouvernance et le dépassement des obstacles juridico-administratifs limitant la coopération transfrontalière. Par ailleurs, les défis majeurs auxquels les territoires sont confrontés, en particulier le changement climatique, le dépeuplement et l’accès aux services de santé en zone de montagne, rendent nécessaire une concertation politique renforcée entre les cinq Régions pour garantir aux habitants, comme les jeunes et les familles, la possibilité de rester à habiter et travailler dans les zones plus éloignées”. Ora si guarda avanti: “Les représentants des cinq Régions se sont accordés sur les grandes thématiques qui structureront les travaux de l’Eurorégion ces prochaines années, et qui pourront faire l’objet de projets conjoints :
- La décarbonation - mobilité durable
- Le développement économique et l’aménagement des territoires ruraux - La santé
- La jeunesse : éducation et formation Dans la perspective de projets communs, les cinq Régions ont également convenu de renforcer la mobilisation de l’ensemble des ressources européennes disponibles en les diversifiant au-delà du programme Interreg ALCOTRA, en visant par exemple, les programmes Espace alpin, ou les programmes sectoriels, tels qu’Erasmus +, le Fonds Européen d’Innovation, le Mécanisme d’Interconnexion en Europe (MIE) volets transport et Energie”. Il 2024 sarà cruciale: “Les Régions se sont donné rendez-vous en 2024 pour une nouvelle Conférence des Présidents en Vallée d’Aoste, et pour un évènement conjoint à Bruxelles, qui pourrait se tenir lors de la Semaine Européenne des Régions et des Villes”. La ripartenza darà grandi soddisfazioni.