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01 set 2023

Trasporti attraverso le Alpi, vecchia storia

di Luciano Caveri

Vedo molti sapientoni in azione sul dossier traforo del Monte Bianco e degli altri valichi con la Francia. Sono contento che se ne parli e sono triste che siano in pochi a farlo con cognizione di causa e sono stizzito che alcuni lo facciano seguendo solo l’emotività per cavalcare il problema, pur mancando degli elementi fondamentali per poterne discutere seriamente. Ma speriamo di cavarcela, aspettando scenari sul breve e lungo periodo. Resta un sorriso mesto leggendo comunicato di chi si ascrive meriti che non hanno.! Ma veniamo a cose serie. Quando ero deputato, precorrendo una discussione che ora si fa calda per le difficoltà emergenti dalla fragilità del sistema viario, sia sul nostro asse che verso il Brennero (con gli austriaci che contingentano i Tir, che così stazionano sull’Autobrennero in quelle lunghe code che occupano l’autostrada), avevo predisposto con i colleghi sudtirolesi una leggina semplice semplice, che riguarda una logica per evitare troppi camion nelle diverse direttrici presenti e future. Ciò avvenne alla luce del tragico rogo nel traforo del Bianco e dunque la proposta di regolamentazione venne presentata nel 1999 e mantiene una sua freschezza. Scrivevo nella relazione: “Ormai da molti anni si lamenta, in Italia, una cattiva distribuzione dei trasporti fra gomma e rotaia. Stenta, purtroppo, ad avviarsi il necessario riequilibrio fra queste due tipologie di trasporto in buona parte antagoniste e che, dati alla mano, vedono la strada palesemente in testa. Le conseguenze del fenomeno descritto sono visibili nel numero impressionante di mezzi pesanti (noti come TIR) lungo tutta la rete viabile e ciò si manifesta in particolare attraverso gli assi nord-sud di attraversamento delle Alpi. Sono ben note le "punte" che rendono ormai quasi ordinario il formarsi di ingorghi lungo le strade di accesso ai trafori stradali alpini e ad alcune frontiere e l'attuale rallentamento nell'avvio di nuove direttrici ferroviarie, sommato all'enorme aumento previsto nel traffico merci, pone il problema di una compatibilità fra protezione dell'ambiente e sicurezza stradale e il rischio di un moltiplicarsi selvaggio del traffico nel nome della libera circolazione delle merci. Un'esigenza, quella della mobilità delle merci in Europa, condivisibile, che va però armonizzata pur nella logica importante dell'integrazione europea con la tutela di zone "sensibili" e tutelate quali sono le Alpi. Il dramma del traforo del Monte Bianco del 24 marzo 1999, con il suo tragico bilancio di vittime, ha scosso l'opinione pubblica e riproposto il tema del trasporto in zona alpina anche per il livello di insostenibile saturazione che oggi si registra al traforo del Frejus. Si manifesta in questo caso una forte mobilitazione delle popolazioni locali contro il traffico pesante, cui non si può non dare risposta nel nome di elementari princìpi democratici. Da questa esigenza, che tiene in considerazione anche casi di incrementi impressionanti di traffico come avviene al Brennero, nasce la presente proposta di legge, che va considerata come un contributo al dibattito in corso, perfettibile e modificabile nel suo iter parlamentare. Si tratta del primo tentativo di trovare una soluzione legislativa all'esigenza di ridurre e, in prospettiva, di azzerare il trasporto delle merci su gomma su lunghe distanze, sapendo come questo sia un risultato da raggiungere nel tempo e con ragionevolezza in connessione con i necessari investimenti ferroviari”. In quegli anni si riteneva che le direttrici ferroviarie, quella del Brennero e quella fra Torino e Lione, sarebbero state realizzate in fretta, mentre così non è stato, anche se la prima sta avanzando abbasta celermente, mentre la seconda – evocata come panacea che verrà – ha spostato la sua apertura a metà degli anni Trenta e dunque abbiamo molti anni di attesa di cui tenere conto. Tra l’altro e purtroppo il trasporto merci su treno è stato mitizzato, perché lo spostamento da Tir a rotaia non appare più così sicuro e automatico, persino nel rigido modello svizzero. Questo è, invece, il testo della proposta di legge in un solo articolo: “1. Per motivi di protezione ambientale, di sicurezza stradale, nonché difficoltà del traffico, il Governo, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, d'intesa con le regioni e con le province autonome interessate, propone ai singoli Stati contraenti la modifica di ciascuna delle convenzioni alla base dell'esercizio dei trafori stradali alpini e predispone apposite misure, con le stesse modalità di cui al presente comma, alle frontiere di terra in zona alpina a traffico pesante intenso. 2.Nelle modifiche e nelle misure di cui al comma 1 deve essere prevista la predisposizione, per ciascun traforo o frontiera di terra, di un piano del traffico e dei transiti che contenga espliciti divieti per i mezzi o per le merci trasportate ritenuti pericolosi o inquinanti e deve essere altresì fissato, con il criterio di una progressiva riduzione del trasporto su gomma su lunghe distanze, sino al suo completo trasferimento su rotaia, un contingentamento giornaliero a scalare del numero dei mezzi pesanti nelle 24 ore, secondo le stagioni e nel rispetto di maggiori limitazioni già esistenti. Riduzioni ulteriori del numero massimo dei mezzi pesanti ovvero il blocco totale del traffico pesante possono essere decisi temporaneamente, con apposito atto amministrativo del presidente della giunta regionale o provinciale interessata, in caso di necessità ed urgenza. 3.Con decreti del Ministro dei trasporti e della navigazione, di concerto con il Ministro dei lavori pubblici, d'intesa con le regioni e con le province autonome interessate, sono previste misure analoghe a quelle di cui al comma 2 in territorio italiano lungo le direttrici stradali di accesso ai medesimi trafori o alle frontiere di terra anche a integrazione o modificazione delle concessioni”. Certo il testo andrebbe aggiornato, ma credo che i ragionamento sottesi siano ancora tutti utili.