Non si finisce davvero mai di imparare e ogni tanto spunta una perla che ti fa riflettere. In una discussione con amici, l’altro giorno segnalavo come una certa persona con cui ero sempre stato gentile e collaborativo, facendogli anche qualche piacere spassionato e non di certo clientelare (non fa parte del mio bagaglio politico), appariva spesso stizzita se non antipatica. Sino a scoprire persino che parlava di male di me e questo per ragioni che io ovviamente, per quanto di parte…, ritengo del tutto ingiustificate, valendo semmai l’esatto contrario. Uno degli interlocutori se ne esce con una frase tipo. “Esempio classico di SRB!”. Così scopro, decriptato dal terribile acronimo, che esiste una sindrome, che così viene sintetizzata nelle ricerche successive che ho fatto: “La "sindrome rancorosa del beneficato o beneficiato" è quel sordo, ingiustificato rancore (il più delle volte covato inconsapevolmente; altre volte, invece, cosciente) che coglie come una autentica malattia chi ha ricevuto un beneficio, poiché tale condizione lo pone in evidente "debito di riconoscenza" nei confronti del suo benefattore. Un beneficio che egli "dovrebbe" spontaneamente riconoscere ma che non riesce, fino in fondo, ad accettare di aver ricevuto. Al punto di arrivare, perfino, a dimenticarlo o a negarlo o a sminuirlo o, addirittura, a trasformarlo in un peso dal quale liberarsi e a trasformare il benefattore stesso in una persona da dimenticare se non, addirittura, da penalizzare e calunniare”. Mi sono messo dunque a pensare nel dare e avere nel corso della mia vita quante volte sono incappato in vittime della sindrome, essendo a mia volta vittima di questa loro malattia. Pensando in aggiunta a chi lo facesse in modo consapevole, dunque i peggiori, e chi invece si ritrovasse ad essere vittima di una sorta di psicosi senza averne coscienza. Non mi metto a fare elenchi e men che meno nomi, ma il fatto certo è che in Politica se ne vedo molti di entrambe le categorie. Quelli più specializzati, fra i consapevoli, sono i voltagabbana, che possono essere catalogati – come fa un entomologo con gli insetti – in diverse categorie, a seconda dei comportamenti. Esiste l’opportunista meno pericoloso del traditore. C’è poi il mimetismo del camaleonte che cambia colore a seconda delle situazioni. Ben visibile è la banderuola che segue il vento, spregevole il burattino che ha pure chi lo tiene in pugno, talvolta geniale il trasformista che adduce motivazioni nobili anche quando non ce ne sono. Penso che sia un male che tutti noi abbiamo vissuto come vittime e personalmente non mi è mai capitato di comportarmi come chi viene colpito dalla sindrome. Certo mi è capitato di cambiare idea, di mutare il mio giudizio verso una persona, di avere atteggiamenti diversi anche in circostanze analoghe. Fa parte della normalità. Per fortuna, al contrario del rancore appena descritto, esiste anche la forza positiva della riconoscenza e della gratitudine. Spesso mi si è aperto il cuore, quando ho incontrato persone che ricordano un avvenimento, un gesto, un consiglio e me lo ricordano anche a distanza di molti anni. In ogni cosa, per fortuna, c’è un rovescio.