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12 feb 2024

La santificazione dell’orso

di Luciano Caveri

Non se ne può più di certo animalismo e del suo complice l’antispecismo, quando penetra nella testa di estremisti che alzano la voce spesso in modo aggressivo se non violento. In particolare nel momento in cui sulle Alpi si chiede da parte della larga maggioranza e sempre con ragionevolezza un prelievo di lupi ed orsi per evitare che il loro numero aumenti a dismisura, segnalando in particolare la necessità che si tenga conto della manifesta pericolosità di singoli esemplari. Sia chiaro che i Grandi Carnivori citati sono all’apice della catena alimentare e dunque l’unico concorrente che hanno è l’uomo, cui spetta il compito - come avviene già in molti Paesi - di regolarne il numero, sapendo quanto sono prolifici e come ci possano essere esemplari che puntano l’uomo. Immaginare un “liberi tutti” significherebbe un loro aumento spropositato , che rende già oggi ridicola la posizione di chi ha dice che spetta a noi esseri umani adeguarci a questa espansione senza limiti per non disturbare questa loro occupazione della montagna!

Bello il titolo di un articolo di qualche giorno fa su Il Foglio di Ermes Antonucci: ”La stupida gogna animalista contro Fugatti per l'uccisione dell'orso M90”. L’articolo così inizia con assoluto buonsenso: ”È difficile immaginare che il presidente della provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, così come qualsiasi altro amministratore pubblico, provi divertimento a ordinare l’abbattimento di un orso presente sul proprio territorio, tanto più se a questo evento fa seguito una valanga di insulti e minacce di morte da parte di animalisti o presunti tali. C’è una ragione molto semplice, dunque, se martedì il leghista Fugatti, con il parere favorevole dell’ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), ha disposto l’abbattimento dell’orso bruno M90 nella Val di Sole: l’animale era diventato un concreto pericolo per la sicurezza pubblica. Il 28 gennaio l’orso aveva seguito per circa 700 metri una coppia di escursionisti su una strada forestale nel comune di Mezzana. Si era trattato solo dell’ultimo episodio pericoloso: dallo scorso settembre a fine gennaio, l’orso M90 aveva seguito intenzionalmente persone altre due volte ed era stato avvistato in centri residenziali o nelle immediate vicinanze di abitazioni per ben dodici volte. In questi cinque mesi, come si legge nel decreto firmato da Fugatti, è stata portata avanti una vasta azione di dissuasione, “sia con cani che con munizioni di gomma, dardi esplodenti, luci e rumori”, senza però che ciò avesse prodotto di fatto alcun risultato significativo. L’orso era “rimasto attivo e con atteggiamento pericoloso anche durante i mesi invernali”. Tutto ciò aveva portato le autorità a classificare la problematicità dei comportamenti di M90 al grado 16, in una scala da 1 a 18 prevista dal Pacobace, il Piano d’azione interregionale del ministero dell’ambiente per la salvaguardia dell’orso bruno. Per queste ragioni l’ispra aveva dato parere favorevole all’abbattimento dell’orso, ritenendolo “ad alto rischio” “. Doveva scapparci di nuovo il morto, visto che già è capitato? Hanno una logica gli animalisti che due giorni fa hanno manifestato a favore del “povero orso”? Scrive il giornalista: ”Insomma, bisognava intervenire il prima possibile per evitare il ripetersi di eventi tragici, come quello avvenuto sempre in Val di Sole la scorsa primavera, quando l’orsa Jj4 aggredì e uccise Andrea Papi, runner di 26 anni. Il modo più veloce e sicuro per garantire l’incolumità pubblica è stato ritenuto l’abbattimento dell’orso. Difficile, infatti, ricorrere alla cattura dell’animale, maschio giovane, perciò molto mobile, e soprattutto attivo anche d’inverno, quindi con meno necessità di cibarsi. Da qui la difficoltà di ricorrere alla cattura con trappola tubo (come avvenuto nel caso di Jj4) o lacci: soluzioni dall’esito imprevedibile e comunque di lungo periodo (settimane se non mesi). Nel frattempo sarebbe potuto scapparci il morto.

Così martedì scorso, poche ore dopo il via libera all’abbattimento, ancor prima che il decreto del presidente della provincia potesse essere impugnato in via amministrativa, l’orso M90 è stato abbattuto, scatenando la rabbia scomposta degli animalisti. Non una novità per Fugatti, che fin dal 2021 è periodicamente sottoposto alla scorta per le minacce ricevute per la gestione degli orsi”. Non si parla delle denunce a qualunque giurisdizione, ma di rischi reali per il Presidente della Provincia da parte di chi cavalca logiche estremistiche e minaccia, obbligando Fugatti ad avere la scorta!

Purtroppo uno dei guru dell’ambientalismo scrive con logiche che fanno rizzare i capelli e così viene ricordato da Antonucci: “A colpire più di tutti sono però alcuni interventi, come quello pubblicato sulla Stampa del geologo Mario Tozzi, che ha criticato l’abbattimento di M90 definendo Fugatti “la vera minaccia” (in maniera non proprio responsabile se si considera l’ondata di intimidazioni a cui ora è sottoposto). “Il fatto è che i sapiens sono convinti di poter sopravvivere su questo pianeta senza altri animali che non quelli da compagnia o da allevamento, e mal tollerano ogni intrusione della natura nei propri ambienti. Solo che oggi tutti gli ambienti appartengono ai sapiens e dunque non c’è più spazio per nessun altro”, ha scritto Tozzi, utilizzando il classico linguaggio dell’ideologia antispecista, quella secondo cui l’uomo non può disporre della vita e della libertà di esseri appartenenti ad altre specie animali, in quanto posto sul loro stesso piano. Insomma, gli orsi dovrebbero essere lasciati liberi di scorrazzare per le strade. Se poi capita un runner che da un orso viene aggredito, trascinato per 70 metri e ucciso in maniera atroce, pazienza”.

Tozzi è una delle cause del progressivo crollo delle vendite del quotidiano La Stampa nelle zone di montagna, perché delle questioni della montagna scrive cose che non stanno né in cielo né in terra e questa storia del sapiens - che ripete purtroppo in TV senza contraddittorio- è una rappresentazione grottesca della sua realtà ideologizzata.