Non mi voglio assumere il titolo di “casalingo”, parola – talvolta adoperata con senso ironico – che dovrebbe designare uomini dediti alla cura della casa.
Mi capita, però, con apposito elenco di cui vengo dotato da mia moglie, di andare a fare la spesa. Nell’esecuzione del dovere pare che io sia un pelo anarchico e che finisca per comprare troppa roba o roba inutile senza obbedire pedissequamente alle indicazioni fornite. Cartellino giallo! Tuttavia, anche quando sono solo accompagnatore, spingendo il carrello d’ordinanza, sono sempre divertito di girare per i reparti, perché trovo che sia istruttivo dal punto di vista sociologico e persino merceologico.
Quando vado a zonzo in altri Paesi, girare per negozi, specie supermercati o mercati all’aperto, trovo che sia estremamente istruttivo per capire alcuni aspetti delle popolazioni visitate, dei loro usi e costumi , dei gusti e delle mentalità. Non sfuggo, dunque, prestandoci attenzione e vedendo molti prodotti che si ”restringono”, al fenomeno della shrinkflation. É questa, infatti, la pratica di ridurre le dimensioni o la quantità di un prodotto, mentre il prezzo del prodotto rimane lo stesso o aumenta leggermente. In alcuni casi, il termine può indicare persino la riduzione della qualità di un prodotto o dei suoi ingredienti mentre il prezzo rimane invariato. La parola inglese, che ormai dilaga con i suoi termini, è un mix delle parole shrink ("restringere") e inflation ("inflazione").
In italiano, meglio perimetrato e dunque meno estensivo, si usa “sgrammatura” e cioè la riduzione el peso di un prodotto contenuto in una confezione per la vendita al minuto, in modo che il prezzo di vendita della confezione possa restare inalterato nonostante l’aumento del costo del prodotto. A conti fatti, la shrinkflation è una forma di inflazione nascosta. Invece di aumentare il prezzo di un prodotto, cosa che sarebbe immediatamente evidente ai consumatori, i produttori riducono le dimensioni del prodotto mantenendo lo stesso prezzo. Il prezzo assoluto del prodotto non aumenta, ma aumenta il prezzo per unità di peso o di volume. La piccola riduzione della quantità di solito non viene notata dai consumatori (almeno così spera il produttore).
Si noti che la shrinkflation non può essere considerata - questo è il punto - una frode o una falsa rappresentazione dei prodotti. I produttori indicano sempre il peso, il volume o la quantità dei loro prodotti sulle etichette delle confezioni. Non è illegale, è solo furbesca e le associazioni dei consumatori sono in difficoltà a denunciare e figurarsi che cosa può fare il singolo acquirente.
Oggi la shrinkflation è una pratica comune tra i produttori. Il numero di prodotti che subiscono un ridimensionamento aumenta ogni anno. I grandi produttori dei mercati europei e nordamericani si affidano a questa strategia per mantenere i prezzi competitivi dei loro prodotti senza ridurre significativamente i loro profitti.
Certo clienti e consumatori si indignano, ma o cambiano marchi (e non sempre è possibile) o digeriscono il rospo. Le aziende, dal canto loro, fanno orecchie da mercante, segnalando l’aumento del costo degli ingredienti o delle materie prime, delle materie prime energetiche e della manodopera aumenta i costi di produzione, e di conseguenza riduce i margini di profitto dei produttori. Ridurre il peso, il volume o la quantità dei prodotti, mantenendo lo stesso prezzo al dettaglio, può migliorare il margine di profitto del produttore. Allo stesso tempo, il consumatore medio in generale per abitudine e distrazione non noterà una piccola riduzione della quantità. Pertanto, il volume delle vendite non ne risentirà.
In Italia l’Antitrust (Autorità garante della concorrenza e del mercato), dopo essere intervenuta nel 2022 sul tema avviando un’istruttoria per verificare se le pratiche attuate dai produttori non fossero commercialmente scorrette, ha deciso di archiviare il provvedimento, parlando di “ormai diffusa consapevolezza sul fenomeno” e non riconoscendo così una mancanza di trasparenza da parte dei produttori.
Insomma: se non si fa attenzione, si finisce per fare la figura dei fessi senza difesa alcuna.