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26 nov 2024

La paura della bomba

di Luciano Caveri

Uno guarda lo scenario internazionale e il fiorire di dittatori fuori di testa e si domanda per quale maledetta ragione si sia piombati in una versione nuova e persino più diffusa della mai rimpianta “guerra fredda”.

Sarà pur vero che questo equilibrio del terrore creò una situazione di apparente stallo reciproco fra Stati Unito e Russia, per scoprire poi da documenti ufficiali che ci sono stati momenti in cui l’Apocalisse si è presentata davvero sul nostro uscio di casa.

Ora in certi momenti mi figuro - come capita in certi film catastrofisti - cosa diventerebbe la nostra vita se alla fine qualcuno schiacciasse il bottone e iniziasse uno scambio fra Continenti di razzi nucleari.

Confesso come, dopo aver guardato il film su Oppenheimer, il Padre della bomba con il suo staff e ascoltati alcuni passaggi fra i protagonisti, mi sono preso il mal di pancia di capirne di più.

Sono due i tipi fondamentali di armi atomiche: quelle che funzionano con reazioni nucleari a fissione e quelle a fusione. La prima è la bomba A, in cui la già citata fissione suddivide un atomo in frazioni più piccole, creando un difetto di massa ed è spesso indicata come la bomba atomica per antonomasia. Le prime bombe nucleari sperimentate e costruite furono quelle sganciate sulle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki nell’agosto del 1945, che provocarono oltre 150.000 morti e che costrinsero il Giappone alla resa, ponendo così termine alla Seconda guerra mondiale. Queste bombe furono costruite dai maggiori scienziati atomici di quegli anni negli Stati Uniti nell’ambito del cosiddetto Progetto Manhattan, che fu accelerato dal timore che gli scienziati nazisti stessero effettuando ricerche simili. Inutile dire che nel frattempo la tecnologia mortifera si è evoluta e così i vettori che trasportano questa arma di morte.

C’è poi la bomba H, quella a fusione. Si sfrutta una reazione analoga a quella che avviene all’interno del Sole. Nella fusione il difetto di massa si ottiene fondendo insieme più atomi, con il risultato di avere un prodotto con una massa inferiore alla somma di quella dei reagenti. Questo tipo di bomba è indicato anche come bomba a idrogeno o termonucleare La prima bomba a fusione fu realizzata dal gruppo del fisico di origine ungherese Edward Teller nei laboratori di Los Alamos, negli Stati Uniti, nel 1952.

Avendone sentito parlare come grande occasione per i gruppi terroristi, sono poi andato a vedere cosa fosse la bomba sporca. Si tratta di un ordigno costruito combinando insieme un esplosivo convenzionale e materiale fortemente radioattivo, prelevato da qualche attrezzatura nucleare, ad esempio un elemento di combustibile scaricato da un reattore nucleare. Certo il processo di costruzione dell'ordigno non è agevole, perché i materiali radioattivi sono ben custoditi, soprattutto ben catalogati e la loro gestione è molto pericolosa, se non si adottano particolari attrezzature remotizzate, inserite in locali appositi e ben schermati, disponibili soltanto in pochi laboratori al mondo. Facciamo gli scongiuri.

Vi sono stati momenti, nella storia recente, in cui il mondo è stato sull’orlo di una guerra atomica. Dal 1947 esiste The bulletin of the atomic scientists («Bollettino degli scienziati atomici»), con un orologio che misura il tempo che manca alla mezzanotte atomica, l’ora in cui un conflitto nucleare cancellerebbe la nostra civiltà dalla Terra. Si tratta di un espediente per misurare quanto il nostro pianeta sia vicino o meno a una catastrofe di questo genere. Quando fu inaugurato, l’orologio era stato posizionato a sette minuti dalla mezzanotte. Nel 1949 segnava tre minuti a mezzanotte, quando l’Unione Sovietica sperimentò anch’essa la sua prima bomba. Nel 1963, dopo altre variazioni, la mezzanotte distava 12 minuti, perché per la prima volta le due superpotenze avevano firmato un parziale trattato per la non proliferazione di questi armamenti. Nel 2002, ancora una volta, le lancette sono state riportate a sette minuti dalla mezzanotte.

In queste settimane, gli scienziati atomici hanno mantenuto il loro "Doomsday Clock" (l'orologio dell'Apocalisse) impostato come sempre vicino alla mezzanotte, citando il lavoro della Russia sulle armi nucleari in seguito all'invasione dell'Ucraina, una possibile guerra di Gaza di Israele con armi nucleari e l'aggravarsi del cambiamento climatico come fattori che determinano il rischio di catastrofe globale. Il Bulletin of the Atomic Scientists, come l'anno scorso, ha fissato l'orologio a 90 secondi dalla mezzanotte, il punto teorico di annientamento. Gli scienziati hanno puntato l'orologio più vicino all’apocalisse in base ai rischi che la Terra e la sua popolazione stanno correndo: ho già citato la minaccia nucleare e il cambiamento climatico, cui si possono aggiungere le tecnologie dirompenti come l'intelligenza artificiale e le nuove biotecnologie.

Insomma: bombe nucleari e altre fonti di paura ci rendono ancor di più la vita un azzardo.

Ha scritto Albert Einstein: “L’umanità ha inventato la bomba atomica, ma nessun topo avrebbe mai costruito una trappola per topi”.