In Valle d’Aosta abbiamo realtà scientifiche di prim’ordine che si occupano del cambiamento climatico e delle trasformazioni conseguenti sul territorio alpino.
Fra gli altri, al capezzale dei ghiacciai ci sono strutture come Montagna Sicura e Arpa e sono molte le ulteriori occasioni di dialogo fra esperti sul tema e anche gli incontri di divulgazione.
Inutile far finta di niente: i dati parlano chiaro e prevedono, anche nel caso della Valle d’Aosta, una progressiva diminuzione - già visibilissima dei ghiacciai - sino alla loro estinzione e alcuni sono già spariti.
Ogni contromisura per evitare la crescita di temperatura sul Pianeta, al posto di accelerare per i pericoli conseguenti sulla Natura e sulla vita umana, più che aumentare direi che diminuiscono. Lo si vede in maniera clamorosamente dalle politiche di Trump, che deborda anche su questo tema senza avere negli Stati Unito competitori che lo zittiscano. Leggevo su Le Monde un articolo di Audrey Garric, che sistematizza l’insieme delle preoccupazioni.
Scrive: “Partout dans le monde, les glaciers craquent, se morcellent et fondent. Sous l’effet du réchauffement climatique, les sentinelles du climat ont perdu 6 500 milliards de tonnes de glace entre 2000 et 2023, soit l’équivalent de trois piscines olympiques par seconde. Les Alpes et les Pyrénées figurent parmi les zones les plus touchées, environ 40 % de leur volume glaciaire ayant disparu en vingt ans. Ce déclin aggrave la hausse du niveau de la mer”.
La fonte è autorevole e si occupa di quanto anche in Valle d’Aosta risulta evidente e a vista d’occhio per chi ha la mia età. Ecco di cosa si tratta: “Ce sont les conclusions d’une étude parue dans Nature, mercredi 19 février. Cette analyse réalisée par près de soixante scientifiques internationaux, la plus complète au sujet des bouleversements qui affectent ces géants blancs, paraît lors de l’Année internationale de la préservation des glaciers.
La perte de masse s’accélère. Elle a augmenté de 36 % entre la première et la seconde moitié des enregistrements, passant de 231 milliards de tonnes par an sur la période 2000-2011 à 314 milliards de tonnes sur la période 2012-2023. Les quatre dernières années atteignent des records, avec une disparition de plus de 400 milliards de tonnes par an, dont 548 milliards en 2023 – les données mondiales ne sont pas encore connues pour 2024”.
E ancora: “La crise climatique va-t-elle sonner le glas des glaciers ? Leur avenir est fortement compromis. Près de la moitié d’entre eux devrait disparaître d’ici à 2100, et ce, même si le réchauffement climatique était limité à 1,5 °C par rapport à l’ère préindustrielle, selon une étude publiée dans Science en 2023. Cet objectif, le plus ambitieux de l’accord de Paris, est considéré comme hors de portée par un nombre croissant de scientifiques. Plus de 80 % des glaciers seraient condamnés en cas d’une élévation du mercure de 4 °C, un scénario pessimiste lié à un usage incontrôlé des énergies fossiles (charbon, pétrole et gaz), principales causes du réchauffement”.
Cose note? Purtroppo in larga parte. Questo significa anche in Valle d’Aosta temi seri da affrontare per adattarsi senza atteggiamenti catastrofisti (come predicano una parte di ambientalisti) e pessimismo cosmico (creato da allarmismi eccessivi).
L’adattamento al cambiamento climatico, di cui la politica valdostana dovrà occuparsi sempre più a fondo, in collaborazione crescente con le altre Regioni alpine, è l’insieme di strategie, azioni e politiche volte a ridurre gli impatti negativi del cambiamento climatico e a sfruttare eventuali opportunità. A differenza della mitigazione, che cerca di limitare le cause del riscaldamento globale (riducendo le emissioni di gas serra), l’adattamento si concentra sugli effetti già in atto o da considerasi inevitabili sulla base di previsioni credibili.
È certo una questione di infrastrutture di protezione, di cambiamenti sui comportamenti umani, di modifiche negli ecosistemi, di revisione dei piani urbanistici e altro ancora. L’adattamento - con tutte lemisure necessarie su cui riflettere e agire - è essenziale per limitare danni economici, sociali e ambientali e garantire la sicurezza anzitutto della popolazione.
Non si parte ovviamente da zero, ma un disegno organico va preparato nel dettaglio.