Era dal secondo dopoguerra, nel famoso intrico fra annessionismo e autonomia con molti altri contorni, che la Valle d’Aosta non figurava sulle pagine dei giornali internazionali.
Già la richiesta di Trump di volersi impadronire della Groenlandia e pure del Canada aveva fatto clamore, facendo tremare alcune regole sulla sovranità degli Stati nel quadro del diritto internazionale.
Ma ora, durante una conferenza stampa svoltasi alla Casa Bianca, il Presidente degli Stati Uniti ha puntato la Valle d’Aosta. Rivolgendosi ai giornalisti ha sillabato: “Voglio che l’Italia ceda agli States la Valle d’Aosta!”.
Stupore dei cronisti presenti e ingenuità di uno di loro che ha reagito, dicendo: “Scusi, Presidente, ma Valdosta è già americana e non italiana: è capoluogo della contea di Lowndes e si trova sul confine meridionale della Georgia”.
Il Vicepresidente americano Vance ha interloquito polemicamente: “Ma lei è proprio stupido! Ronald parla di quella piccola regione italiana, che si trova sotto il Monte Bianco!”.
Così Trump ha spiegato: “Certo! Noi abbiamo assolutamente bisogno di avere una enclave statunitense in Europa per reagire in caso di necessità! Gli europei sono sempre più parassiti e noi riteniamo che avere un territorio a stelle e strisce sulle Alpi sia una bella scelta strategica. Convinceremo i valdostani della bontà di diventare americani!”.
Poche ore dopo le prime reazioni della politica italiana. La Presidente Meloni sì è dimostrata piuttosto accondiscendente: “Parlerò personalmente con Trump alla ricerca di una soluzione diplomatica. Abbiamo sul tavolo alcune opzioni, come la sostituzione della Valle d’Aosta con il Molise oppure il sì alla cessione della Valle, ma con spostamento della popolazione valdostana in Barbagia o sull’Aspromonte”.
Matteo Salvini, pur apprezzando l’idea del Presidente americano, ha sostenuto: “Potremmo cedere agli americani l’amena Provincia di Lecco. mentre la Valle d’Aosta potrebbe essere data in dono - per esigenze di equilibrio - alla cara Russia e sono certo che l’amico Putin apprezzerebbe moltissimo, vista la passione per lo sci. Sarebbe una forma ragionevole di par condicio e potrebbe trattarsi di un semplice protettorato, magari sotto la direzione di Marco Travaglio”.
Entusiastica adesione del leader dei Cinque Stelle Conte, che propone in questo che all’Arco d’Augusto si affianchi un monumento dedicato al popolo russo. Rubli non olent.
Ely Schlein per il PD ha detto a sua volta: “La dialettica possibile, che in modo catartico apre a prospettive vive e concrete nel rapporto con Washington e dunque si potrebbe anche ritenere che nella misura in cui la soluzione fosse trovata una buona scelta a ondizione che le Nazioni Unite vigilino sul rispetto della popolazione indigena”.
Non esiste ancora una reazione da parte delle autorità valdostane, ma le consigliere della sinistra Minelli e Guichardaz hanno chiesto una convocazione urgente del Consiglio regionale, rintuzzate dal capogruppo leghista Manfrin che ha per l’occasione mostrato la fotografia con il cappello con la scritta Trump che aveva esibito proprio nell’aula consiliare dopo la vittoria del miliardario americano.
L’Union Valdôtaine, in un suo comunicato, ha avanzato il dubbio che possa trattarsi di un pesce d’Aprile.