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15 mag 2025

La lobby della montagna

di Luciano Caveri

Prima una premessa linguistica.

Il termine lobbismo ha origine dal termine inglese “lobby”, che significa anticamera o atrio. La sua origine storica è legata ai luoghi, in genere vicini agli emicicli dove si svolgono le riunioni, in cui i cittadini o i rappresentanti di gruppi d’interesse si riunivano per incontrare i politici.

Mi viene in mente il famoso Transatlantico della Camera dei deputati, che prende questo nome - naturalmente ironico - per la somiglianza con i lussuosi saloni delle grandi navi da crociera transatlantiche del primo Novecento.

Il termine lobbismo - lo spiego sempre a chi vede l’attività come oscura se non correttiva - non ha necessariamente una connotazione negativa, anche se spesso viene percepito così nell’opinione pubblica specie in Italia, che non afferra la parte buona dell’attività, quando svolto in modo onesto e trasparente.

Ci sta che gruppi di interesse (aziende, sindacati, ONG, associazioni di categorie e varie) cerchino di influenzare le decisioni politiche e legislative, sempre che l’attività avvenga in modo regolamentato. In molte democrazie avanzate, questi contatti sono considerati una parte legittima e utile nel corso del processo decisionale, poiché consente ai decisori politici di conoscere i punti di vista, i bisogni e le competenze di settori specifici della società e dei territori.

Personalmente sono sempre stato un lobbista “buono” dei territori della montagna e delle sue popolazioni, ritenendolo un dovere per un eletto valdostano.

L’ho fatto nelle mie attività parlamentari a Roma poi a Bruxelles oggi, nelle giuste interlocuzioni politiche, continuo a farlo come capofila per le Regioni presso la Conferenza delle Regioni per i problemi della montagna a livello nazionale. Uno sforzo in dirittura di arrivo ha riguardato la nuova legge italiana sulla montagna.

Importante fu, a suo tempo, il lavoro in Europa sia nei periodi in cui sono stato parlamentare europeo e anche prima e dopo come Presidente della Associazione degli eletti eletti della montagna nell’Unione europea, poi purtroppo spentasi e questo è stato assai negativo per la montagna.

Oggi possiamo dire che “eppur si muove” e sta nascendo qualcosa di nuovo e spero efficace.

Propongo un passaggio: «Noi, membri eletti del Parlamento europeo e del Comitato delle Regioni, in rappresentanza di diverse regioni montane europee, affermiamo il nostro impegno a creare un'Alleanza Europea per la Montagna con membri eletti che condividono gli stessi ideali di entrambe istituzioni».

Con questa premessa, ieri al Parlamento europeo- nel corso di un petit déjeuner, come si fa spesso nelle Istituzioni europee - si è svolta la riunione costitutiva di questa Alleanza, e c’ero come membro del Comitato delle Regioni.

È stata una discussione assai vivace da parte di esponenti di diversi Paesi.

Nell’occasione ho ricordato che, nel nome dell’articolo 174 dei Trattati sulla coesione territoriale, i territori di montagna - inseriti dopo una lunga battaglia politica - devono pretendere che sia meglio esplicitata la particolarità di queste zone a favore delle popolazioni che le abitano.

Ci vuole una direttiva comunitaria che sia regola generale nelle diverse politiche europee attraverso una perimetrazione armonizzata per evitare che ci sia in certi Paesi montagna…non montagna.

Ottimo che si riparta con questa alleanza per avere un luogo di discussione e di stimolo a vantaggio delle politiche comunitarie, tenendo conto dei molti problemi che pretendono una specifica politica comunitaria a favore delle popolazioni che abitano la montagna nell’Unione europea. Il caso vuole che, sempre ieri ma questa volta nella riunione plenaria del CdR, sia intervenuto in aula, avendo poi a supporto le osservazioni del parlamentare europeo sudtirolese, Herbert Dorfmann, per annunciare questa alleanza dei montanari pe approfondire i diversi settori di intervento a favore del montagne europee.

Si va dai servizi pubblici da garantire ai cittadini all’impatto grave del cambiamento climatico, dal settore energetico e ai suoi sviluppi a quello capitale dei trasporti, dai sovraccosti che pesano su tutti i settori allo sfruttamento essenziale delle tecnologie digitali.

La lista potrebbe allungarsi, ma si tratta di dipanare la matassa punto per punto. Tutti assieme i montanari europei: per contare di più.