Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
19 mag 2025

La difesa del regionalismo

di Luciano Caveri

Scrivo da Venezia. Come sempre, questa città, così unica ed evocatrice di una storia profonda, assume un valore straordinario ad ogni visita.

Questa volta il suo scenario ospita una manifestazione già avvenuta negli anni prima a Torino e poi a Bari.

Si tratta del Festival delle Regioni, voluto dalla Conferenza delle regioni e dalle provincia autonome per affermare il proprio ruolo e il rispetto istituzionale che si deve al regionalismo.

Ricordo che questa Conferenza nacque nel 1981, dando luogo ad un organismo di coordinamento politico fra i Presidenti delle Giunte Regionali e delle Province autonome e nelle sue ramificazioni coinvolge anche gli assessori e per questo io stesso lavoro nelle Commissioni che si occupano degli Affari europei e del Digitale.

Gli obiettivi iniziali della Conferenza sono quelli legati alle necessità di momenti e sedi di coordinamento e il riferimento è stato ad analoghe esperienze straniere, con lo sguardo rivolto soprattutto ai sistemi dei paesi federali: la National Governors Association (USA) e la Conferenza dei Ministri Presidenti (Germania). Le esigenze che hanno portato alla nascita della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome possono essere ricondotte a 4 grandi priorità: il miglioramento del raccordo e del confronto con lo Stato Centrale attraverso l'elaborazione di documenti condivisi da tutto il "sistema dei Governi regionali"; l'instaurazione di un confronto permanente interregionale per favorire il diffondersi delle "best practices"; la necessità di rappresentare in modo costante all'esterno e nelle relazioni istituzionali il "sistema dei Governi regionali"; sottolineare il ruolo dell'istituzione Regione nella costruzione dell'Unione Europea.

Non sempre le piste sono state seguite. Ad esempio fra le autonomie speciali manca del tutto la Sicilia, che segue sue dinamiche solitarie.

Resta giusta e condivisibile la scelta di un appuntamento annuale, che serve anche a sottolineare come ci sia in Italia una ricchezza dei territori che segna in profondità una sorta di pluralismo dalle Alpi al Mediterraneo che non ha grandi eguali e testimonia anche una certa complessità.

Personalmente, come negli ultimi tre anni, mi occuperò a Venezia del compito che interpreto dall’inizio della legislatura regionale e cioè dei temi che riguardano la montagna italiana nel suo insieme e per questo presiedo una Commissione con tutti i colleghi depositari della materia. Qualche tempo fa, li ho riuniti ad Aosta per conoscerci di persona e non, come di solito, attraverso la freddezza di uno schermo in call, come si dice con un anglicismo.

Per fare un esempio concreto le discussioni più recenti hanno riguardato l’attesa legge sulla Montagna, su cui ho lavorato a lungo e che speriamo veda la sua approvazione definitiva a breve e mi ha fatto piacere il pubblico riconoscimento del lavoro svolto dal Ministro Roberto Calderoli, che si occupa della materia.

Con lui cui ho condiviso esperienze parlamentari del passato e rapporti con la Lega federalista del tempo che fu. Suo nonno, che sperava in una Provincia autonoma per la sua Provincia di Bergamo, ebbe nel dopoguerra rapporti con l’Union Valdôtaine, esattamente come la Lega di Bossi ai suoi albori, prima della sterzata attuale verso il sovranismo nazionalista.

Per chi, come me, ha seguito l’evoluzione nel tempo del regionalismo italiano, per motivi di studio e praticaccia quotidiana, certi confronti sono sempre utili.

Questo avviene poi, come dimostrato dal famoso PNRR con Governi di diverso colore, in un momento di difficoltà per il regionalismo. Purtroppo siamo di fronte ad un periodo di rinnovato centralismo e la mia sperata affermazione del federalismo si allontana sempre più in un Paese in piena confusione.

Lo ricorderò a Venezia e non con voli pindarici, ma con esempi concreti, sperando che - cancellando gli schieramenti pro e contro sullo scacchiere nazionale - si manifesti un sussulto di dignità unitaria in difesa del sistema regionalista.