Frequento X da molti anni e ho cominciato quando si chiamava ancora Twitter.
Era un Social che avevo scelto perché rispettabile e senza eccessi tossici.
L’uccellino azzurro aveva poco a che fare con la brutta e persino minacciosa X di oggi e un proprietario Musk, che ha fatto a tratti di questo strumento un uso personale.
Ma ho deciso di restare, avendo ormai una solida compagnia di giro di persone con cui ci seguiamo e soprattutto perché resta uno strumento rapido per avere notizie utili.
Tuttavia, resto impressionato da due aspetti.
Il primo, innocuo ma significativo, è la presenza sempre più massiccia di poveracce nude o seminude che cercano di prenderti all’amo, tipo Social per incontri.
Il secondo è composto da bande di anonimi, spesso in batteria fra loro, che cospargono veleni e benzina, approfittando di una spazio che viene lordato da quanto scrivono.
Nulla di questo avrebbe eccessi di violenza e volgarità se le persone, come penso da sempre, non potessero celarsi dietro a nomignoli o ci fossero dei filtri rapidi ed efficaci per smascherare le vere e proprie operazioni di fake news. Chi invoca la libertà di parola e di opinione zoppica in tema di diritti, perché sembra dimenticare i doveri.
Già nel passato ho scritto ai gestori per segnalare profili dubbi, se non pericolosi. L’ho fatto di recente - per reitare una specie di test di qualità- su di un anonimo che sparge propaganda antisemita e filorussa con eccessi senza eguali.
Riporto la risposta offertami. Da notare la fasulla confidenza, affidandosi al tu e al tono colloquiale.
“Ciao, abbiamo esaminato le informazioni in nostro possesso e non ci risulta che XXX abbia infranto le nostre norme sulla sicurezza. Non si tratta della risposta che ti aspettavi, lo sappiamo. Se in futuro questo account infrangerà le nostre norme, te lo faremo sapere.
Puoi bloccare l'account, così non potrà seguirti, vedere i tuoi post né inviarti messaggi.
Segnalazioni come questa contribuiscono allo sviluppo delle nostre norme. Esaminiamo costantemente il contenuto di tali norme, nonché le modalità con cui le applichiamo. Ci auguriamo che continuerai a inviare segnalazioni se dovessi imbatterti in elementi che, potenzialmente, infrangono le nostre regole”.
Insomma: niente da fare, ma con qualche dubbio e consigli inutili per chi conosca il Social e sa come difendersi. Stupisce appunto il fatto di mettere in qualche modo le mani avanti…
Ecco cosa si aggiunge nello stesso messaggio, ricordando così le ragioni di interventi censori:
“Minacce di violenza nei confronti di qualcuno o gruppi di persone;
Celebrazione o lode della violenza;
Molestie o incitamento di terzi a tale comportamento nei confronti di qualcuno;
L'augurio che qualcuno subisca danni;
Promozione di violenza, minacce o molestie nei confronti di terzi per via della loro identità (come l'etnia o il genere);
Promozione o incoraggiamento di autolesionismo o suicidio; Immagini o video che raffigurano atti di violenza sessuale e stupri;
Sfruttamento sessuale minorile;
Promozione o minacce di terrorismo o estremismo violento.
Sappiamo che qualche errore potrebbe essere commesso, quindi, se ritieni che il nostro team abbia sbagliato, puoi segnalare nuovamente l'account in questione”.
Scorro X per qualche minuto e una parte di questi punti - in una traduzione italiana dubbia - mi sembrano purtroppo ben presenti e facilmente oggetto di intervento.
Temo che ci si debba rassegnare a questa sorta di giustizia digitale lassa e remota, pure edulcorata da un tono colloquiale e vagamente untuoso.