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09 ott 2025

Ladri di piccioni viaggiatori

di Luciano Caveri

Trovo su Internazionale un articolo lunghissimo di Kevin Sieff, pubblicato dal The Washington Post, che così viene riassunto nell’occhiello: “Gare internazionali, scommesse, intrighi e furti per accaparrarsi i campioni: le varietà viaggiatrici dei piccioni hanno conquistato le élite cinesi, pronte a pagare qualsiasi cifra per gli esemplari migliori”.

Ohibò! Mi viene a mente la bellissima piccionaia nella grange, detta Le Murasse, di servizio al castello di Verrès, mio paese di origine. L’ho sempre vista vuota, ma dai tanti buchini che servivano per gli uccelli penso che fosse una bella batteria di pennuti.

Mi viene sempre da pensare al Coutumier, che era una raccolta di consuetudini e norme giuridiche di origine medievale e moderna, tipica dell'ordinamento giuridico della Valle d'Aosta (in particolare del Duché d'Aoste), e si occupava principalmente di materie come diritto civile, successioni, proprietà, diritti feudali e rapporti tra comunità locali.

Ebbene, questo “ Coustumes du Duché d'Aouste avec les uz et stils du Pais...” fu pubblicato per la prima volta il 10 febbraio 1588 a Chambéry e contemeva, in antico francese, anche articoli dedicati a loro, i piccioni viaggiatori. Queste norme regolavano il possesso e l'allevamento di piccioni (soprattutto, come dicevo, i piccioni viaggiatori, che era regolamentato per diverse ragioni, strettamente legate al loro valore e alla loro importanza strategica ed economica.

I piccioni erano il metodo di comunicazione a lunga distanza più veloce e affidabile disponibile, anche se con il limite che potevano tornare solo alla loro colombaia di origine. Questa capacità li rendeva cruciali per scopi militari e politici. Il controllo del loro possesso era fondamentale per la sicurezza e per evitare che venissero usati per spionaggio o comunicazioni non autorizzate.

La possibilità di costruire e mantenere una colombaia (o piccionaia, spesso in forma di torre, come nel caso del mio paese) era in molti luoghi un diritto signorile (o un privilegio concesso solo a signori e ricchi proprietari terrieri). Questo perché: i piccioni erano considerati una risorsa alimentare pregiata per la loro carne. Il loro guano (letame) era un fertilizzante molto apprezzato e di valore. Il gran numero di piccioni allevati dai signori poteva rappresentare un problema per i contadini, poiché i volatili si nutrivano spesso dei semi e dei raccolti nei campi. Per questo motivo, il Coutumier non prevedeva risarcimenti!

Ma la storia dell’articolo del giornale americano è fra lo spassoso e la spy story. L’incipit è forte: “Gli uomini d’affari cinesi erano arrivati nella campagna belga a bordo di lussuose auto sportive insieme a interpreti e borse piene di soldi. Quando avevano parcheggiato davanti alla sua piccola fattoria in mattoni, Tom Van Gaver aveva capito perché avevano attraversato il mondo per incontrarlo. Volevano i suoi piccioni".

Più avanti: “Intorno al 2019 alcuni ricchi industriali cinesi avevano cominciato a spendere milioni di dollari in piccioni belgi. Quell’anno un uccello di nome Armando era stato venduto per 1,4 milioni di euro a un’asta vicino a Bruxelles. Nel 2020 un altro di nome New Kim era stato venduto per 1,9 milioni di dollari. Le gare di piccioni nelle principali città cinesi sono diventate il simbolo del boom economico del paese, con montepremi che superavano i cento milioni di dollari, più ricchi di quelli della maggior parte dei principali sport mondiali”.

Morale: i cinesi si sono ingegnati e hanno rubato i piccioni belgi, al posto di comprarli. Ma, intanto, in Cina questa storia dei ricconi che compravano i piccioni per fare delle gare clandestine con scommesse non è andata giù al regime, che ha cominciato a perseguire i proprietari degli uccelli da prezzi da capogiro e a vietare le gare fra piccioni. Competizioni che prevedono il rilascio dei colombi da un punto prestabilito anche distantissimo e loro devono tornare nella colombaia con sistemi elettronici che certificano l’arrivo e la vittoria.

Spiega l’articolo: “Nessuno sa come i piccioni trovino la strada di casa. Fin dall’antico Egitto questi uccelli, che possono vivere fino a vent’anni, sono stati usati per trasportare messaggi urgenti: sulle piene del Nilo, sullo schieramento delle truppe, sul prezzo del grano. Quando è stata fondata, l’agenzia di stampa Reuters usava i piccioni viaggiatori. Durante la guerra fredda la Cia gli attaccava delle pettorine con telecamere e li usava per attività di spionaggio in tutta l’Unione Sovietica. I narcotrafficanti li hanno usati per trasportare piccole quantità di eroina. Ma gli ornitologi non riescono ancora a stabilire come fanno questi uccelli a orientarsi. Usano punti di riferimento visivi o suoni ad alta frequenza? Due zoologi dell’università di Oxford ritengono che i piccioni trasmettano informazioni di orientamento di generazione in generazione: “Una forma di intelligenza collettiva”, hanno scritto”.

E i piccioni rubati in Belgio? Sappiate che uno solo, chissà da dove, è tornato a casa, probabilmente riuscendo a fuggire.

Per gli altri, la Polizia indaga.