Leggo di una vasta campagna in Valle contro la sigaretta. Me ne compiaccio e penso che quel 25 per cento di valdostani calcolato come media dei fumatori sia una sottostima di un fenomeno che sta tornando con prepotenza, dopo anni in cui il tabacco è stato un disvalore. Avevo un papà fieramente tabagista che fingeva una volontà di smettere e di ridurre il numero delle sigarette e dunque capisco le difficoltà di smettere e ammiro chi lo fa da un giorno all'altro. Ricordo con divertimento di quando ero un giovane deputato e l'unico posto in Italia dove si vendevano le "Nazionali senza filtro" era la tabaccheria di Montecitorio, perché quelle sigarette - nicotina pura - erano, a prezzo basso fuori mercato, nel "paniere" con cui si calcolava la contingenza. Ad ogni deputato veniva consentito l'acquisto di una sola stecca alla settimana e così, per un certo periodo, ogni lunedì in ufficio ad Aosta regalavo - tipo spacciatore - un pacchetto ciascuno ai vecchietti aficionados di quella letale sigaretta senza filtro che venivano a trovarmi apposta.