Diventare - con un voto unanime ieri sera a Bruxelles - Capo della delegazione italiana al "Comitato delle Regioni", all'inizio della nuova Legislatura mi ha fatto molto piacere e mi sento onorato. Sarò coadiuvato, nel lavoro futuro, dal funzionario della delegazione Costantino Condorelli, con me nella foto, e vorrei sul blog appuntarne le ragioni, senza ridicole autocelebrazioni o falsa modestia, perché qui, più che altrove, ci si conosce. Nell'esperienza politica fuori Valle, che per me non è mai cessata dall'inizio - era il luglio del 1987 - ad oggi, nei diversi ruoli più o meno importanti (sic transit gloria mundi...), si entra in una dinamica diversa da quella valdo-valdostana in cui in parallelo sono completamente immerso e perciò ne ho sempre accettato le regole, anche quando magari mi potevano dispiacere. Sui meccanismi "premiali" esterni pesa la singolarità della nostra rappresentanza per la sua esiguità e per l'appartenenza ad una minuscola forza politica e dunque non c'è altro da far valere se non il proprio impegno, il bagaglio d'esperienza, le relazione interpersonali. Questo, più di camarille e della cosiddetta politique politicienne (che come la boxe resta una noble art), mi ha consentito di avere la fiducia in ruoli altrimenti fuori dalla portata della dimensione propriamente nostra e ho sempre vissuto certe scelte non come una medaglia da appuntare con sicumera sul mio petto, ma come un riconoscimento per la Valle di cui sono da sempre espressione.