Sarebbe bene che qualcuno spiegasse alla signora Michela Brambilla, la rossa flamboyante che guida il Ministero del Turismo a suo tempo soppresso da un referendum popolare voluto dalle Regioni (Valle d'Aosta compresa), che l'idea di aprire una sessantina di case a gioco in Italia fra hotel a cinque stelle e vecchie sedi di Casinò significherà la morte certa dei quattro Casinò esistenti e la nascita di piccole e antieconomiche case da gioco. Quel che colpisce, nella foga di apparire e nell'evidente circostanza di un Governo nel quale ognuno esterna quel che vuole, è l'ignoranza. E invece il tema dello Stato biscazziere, che moltiplica a dismisura i giochi, è argomento serissimo come il sottobosco malmostoso che è cresciuto attorno ad un quasi monopolio pubblico.